Se si fermano le donne…

Ne ha parlato la CGIL a Scalea su discriminazioni e disuguaglianze salariali, per il lavoro, i diritti, i servizi

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    L’otto marzo non esaurisce la discussione sul mondo delle donne e, soprattutto, non è una festa ma una ricorrenza. Lo ha ribadito ieri, a Scalea, Giuseppe Guido, segretario generale CGIL Pollino Sibaritide Tirreno, nel corso di un incontro dibattito, dal titolo “Se si fermano le donne”. Vi hanno preso parte Gennaro Licursi, sindaco della cittadina, Mimma Iannello, Presidente Federconsumatori Calabria e responsabile Cgil Tirreno, Francesca Marino, segretaria provinciale FLC -Cgil, Angela Ruggiero, Legale ufficio vertenze Cgil Alto Tirreno, Raffaella Fortunato, Sinistra Italiana Provinciale, Eugenio Orrico, Assessore Sport, turismo e spettacolo Comune di Scalea. Le donne, l’anello debole di una catena già debole, quella del mondo del lavoro. Donne inoccupate e disoccupate, donne vittime del lavoro precario, del basso salario, delle dimissioni per maternità, prive di reddito, troppo adulte per trovare un lavoro ma non abbastanza per la pensione. Donne violentate, uccise, come le vittime di ‘ndrangheta, cui è dedicata simbolicamente la sede regionale Cgil. Donne irretite più degli uomini nel sistema dei voucher. Donne ancora discriminate e, soprattutto, disorientate, alla ricerca di un valore che le caratterizzi, prive di un aggancio a un lavoro che le definisca. Moderate da Carolina Luzzi, segretaria Cgil Pollino Sibaritide Tirreno, le ospiti hanno portato al tavolo della discussione esperienze, consapevolezza ma anche rabbia. Per loro il sindacalismo rimane ancora una sorta di abbraccio, un prendere a cuore e un prendersi cura, un impegno da rinnovare, perchè ciò che non si è ottenuto richiede un surplus di impegno, come, ad esempio, la prossima campagna referendaria in tema di lavoro. “Nel 2017, a parità di mansioni, le donne guadagnano in media il 10% in meno dei colleghi. Nel 2016 si sono verificati 162 femminicidi. Chiamatela ancora Festa della donna! – e a dirlo è un uomo, il segretario Giuseppe Guido – E’ un fatto ci cultura, l’inversione di tendenza si avrà solo con una cultura diversa”. Guido non tralascia di denunciare una Regione immobile su molti temi, come quello del lavoro. I 13.000 tirocini del Programma Garanzia Giovani non solo lavoro. Secondo il segretario Cgil, questo può arrivare utilizzando correttamente i fondi comunitari, intervenendo, ad esempio, sul dissesto idrogeologico o altri progetti integrati. Ma occorre anche rimettere mano al sociale, alla legge 194, finanziare i centri antiviolenza. Queste e altre misure a sostegno delle donne e del lavoro femminile. “Se arriveremo ad elimiare discriminazioni e precariato, – ha concluso Giuseppe Guido – allora, sì, potremo finalmente parlare di Festa della donna e non più di ricorrenza”.

    Tania Paolino

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