Ambiente. Amianto a Rende

Il caso dell’ex campo sportivo di contrada Vassallisi con un edificio rivestito di Eternit

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    Già nei primi anni 60 era noto in tutto il mondo che la polvere di amianto, generata dall’usura dei tetti, provocasse una grave forma di cancro, il mesotelioma pleurico, oltre che asbestosi, malattia polmonare cronica dovuta all’inalazione di fibre di amianto. Nonostante questo si continuò a produrre oggetti in eternit fino al 1986. E solo dal 1992 è vietata in Italia l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione.

    Il comune di Rende diffonde nell’ordinanza sindacale 63/2000 l’obbligo, per tutti i proprietari in possesso di un immobile in cui sono presenti materiali contenenti amianto, come l’Eternit, di effettuare una rimozione dell’amianto.

    Qual è l’iter per l’asportazione? Il cittadino deve rivolgersi solo a ditte autorizzate. Per prima cosa la ditta deve determinare la presenza di amianto attraverso test di laboratorio su un campione di materiale. Una volta accertata la presenza di amianto, si procede all’incapsulamento, una tecnica di bonifica in cui le superfici delle lastre esposte agli agenti atmosferici vengono trattate con sostanze sintetiche che impediscono il rilascio di polveri. Poi si procede con la rimozione e lo smaltimento definitivo in apposite discariche. Le spese della procedura di bonifica è a carico dei privati cittadini , che però possono usufruire di contributi regionali e comunali, oltre che di incentivi statali.

    Ma cosa avviene se l’immobile non è privato, ma di proprietà comunale? Come ad esempio l’ex campo sportivo di Rende? Millecinquecento metri quadri di edificio situato in contrada Vassallisi ma costruito con l’amianto. Intorno al fabbricato ci sono abitazioni e il cimitero di Rende. Ma in questi anni non è avvenuta nessuna ispezione visiva sul tipo e sulla condizione del materiale, sui fattori che possono determinare danneggiamento e degrado, fattori che influenzano la diffusione di fibre e l’esposizione degli individui.

    Né ha avuto luogo un monitoraggio ambientale , ad esempio un’analisi delle fibro aereodisperse o il confronto con i valori limite previsti dalla normativa per le situazioni di maggiore incertezza. Perché la pericolosità dei materiali di amianto dipende dell’eventualità che siano rilasciate fibre aereodisperse nell’ambiente che possono essere inalate. Il criterio più importante da valutare in tal senso è rappresentato dalla friabilità dei materiali.

    I materiali friabili possono liberare fibre spontaneamente per la scarsa coesione interna (soprattutto se sottoposti a fattori di deterioramento quali vibrazioni , correnti d’aria, infiltrazioni d’acqua). I siti inquinati da amianto sono tanti, alcuni sono censiti , altri no. La struttura dell’ex campo sportivo rendese è una delle tante micro realtà inquinate da amianto sparse per il territorio,un disastro ambientale diffuso che rappresenta un pericolo per la salute dei cittadini.

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