Sanità. Aldo Gravino (Pd) denuncia ‘Il silenzio assordante delle istituzioni’

Il vicesegretario di Cetraro critico sulla situazione regionale trova l'appoggio di Giuseppe Aieta

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    Il vicesegretario del Pd di Cetraro, Aldo Gravino, a pochi giorni da un altro suo intervento molto critico sulla sanità regionale, interviene nuovamente in merito, mettendo, in particolare, in evidenza tutte le sue preoccupazioni, ma denunciando, soprattutto, quello che definisce “il silenzio assordante delle istituzioni”.

    “Nonostante la mia vibrata protesta sulla bruciante questione della sanità – ha, infatti, scritto Aldo Gravino, in una nuova nota – ad oggi non è emerso nessun riscontro da parte delle istituzioni, che preferiscono rintanarsi in un silenzio ipocrita. Appare evidente che ormai si è scavato un abisso profondo tra la Calabria e Roma. I gruppi di potere romano, ancora una volta, dimostrano di essere sordi al grido drammatico dei calabresi, costretti a subire i contraccolpi negativi della pessima gestione della sanità, che ormai ha toccato livelli insopportabili”. “L’enorme consenso elettorale ricevuto da Mario Oliverio meritava ben altre risposte da parte del Governo centrale – ha, poi, aggiunto il vicesegratrio del Pd cetrarese – Purtroppo, nonostante le continue pressioni esercitate dalla Regione Calabria in materia di sanità, ad oggi tutto naviga nella acque tempestose del caos, degli equilibrismi, degli abbracci e delle delusioni. Cosi non va. Cresce perciò la sfiducia dei cittadini nelle istituzioni, e si allarga la distanza tra chi governa e tra chi è governato. Persino dirigenti impegnati come me avvertono un senso di frustrazione e viene meno cosi l’entusiasmo che avevo nella fase di costruzione del PD e nei primi anni successivi”. Pertanto, a conclusione del suo intervento, Aldo Gravino ha sottolineato: “Non vorrei arrivare a scrivere un terzo atto, perché spero che, nel frattempo, arrivino quelle risposte che tutti i calabresi aspettano. In caso contrario, non ci si meravigli se la gente ci abbandona e cede alle sirene del populismo e dell’antipolitica”.

    All’intervento di Aldo Gravino, ha fatto subito seguito un breve commento del consigliere regionale Giuseppe Aieta, che, come è noto, è da sempre molto critico nei confronti della struttura commissariale. “Condivido la tua analisi – ha, infatti, scritto Giuseppe Aieta – mi sembra di capire che il dado è tratto. La questione sanità ci rende vittime di uno scontro che ormai ha raggiunto livelli pesantissimi, se è vero come è vero che tra i commissari stessi volano le carte bollate. Continuo a considerare i commissari un danno per la Calabria, ma ho l’impressione di essere una voce che grida nel deserto. Vedremo cosa succederà nei prossimi giorni, poi decideremo. Intanto, grazie per le tue sempre equilibrate e logiche analisi”. Come già ricordato, lo stesso Aldo Gravino, nei giorni scorsi, era già intervenuto sulla situazione in cui versa la sanità regionale, attraverso una nota nella quale, rivolgendosi, in modo diretto, al presidente della Giunta regionale, Mario Oliverio, aveva, appunto, messo in evidenza tutte le sue preoccupazioni in merito.

    “Caro presidente – aveva, infatti, scritto, Aldo Gravino – tutti abbiamo visto l’affettuoso abbraccio tra te e Renzi a Torino. Pensavamo in tanti che quell’abbraccio avesse un significato importante. Invece, ancora una volta, siamo stati presi in giro. Allora guardiamo ad oggi e riflettiamo: è possibile che un ministro che dovrebbe avere il polso della situazione nazionale non si renda conto della sofferenza che abbiamo in Calabria in materia di sanità, dove le “eccellenze” sono poche e la valigia è sempre pronta se sorge una emergenza? È possibile, per semplici equilibri di voti, che dobbiamo tenerci due commissari che hanno aggravato una situazione che comunque altri avevano già provveduto a rendere drammatica? È possibile che in un Paese democratico si debbano subire tanti torti, e non si possa fare niente?”. “Allora, caro presidente – aveva, infine, suggerito il vicesegretario del Pd cetrarese a Oliverio – convoca una manifestazione regionale e, se serve, andiamo in 200.000, in 300.000 a Roma e, pacificamente, ma con determinazione, protestiamo, affinché vengano rimossi i commissari e venga sostituito anche il ministro Lorenzin, che non mi sembra abbia le capacità per prendere decisioni che vanno nella direzione di rendere la Calabria autosufficiente nel campo della sanità… Io sono pronto, caro presidente”.

    Clelia Rovale

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