Terme Luigiane, preoccupa la linea politica

Il gruppo “Rinascita democratica” solleva interrogativi sulla gestione della problematica termale

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    Il gruppo di Rinascita democratica, composto da Gianfranco Capua, Andrea Muglia e Antonio Carnevale, attraverso una lunga nota, esprime preoccupazione per la linea politica scelta dalla maggioranza sulla gestione della problematica termale. “Il gruppo di Rinascita democratica – si legge, infatti, nella nota – estremamente preoccupato della situazione che si sta delineando in riferimento alla linea politica intrapresa da questa maggioranza sulla gestione della problematica termale, attraverso la nota manifestazione d’interesse adottata dall’ente, espone quanto segue: 1) Il comune di Guardia Piemontese, unitamente al comune di Acquappesa, in data 28.12.2016, ha pubblicato una “Manifestazione di interesse per la presentazione di un piano di sviluppo termale finalizzato all’identificazione di un soggetto promotore per la concessione delle Terme Luigiane”. Con tale atto, i Comuni hanno sollecitato tutti i soggetti interessati, al fine di acquisire “proposte progettuali per lo sviluppo della realtà termale”, le quali “saranno soggette a valutazione comparativa sulla base di criteri oggettivi predefiniti (che non sono stati però indicati nell’atto), al fine di procedere all’eventuale individuazione e alla nomina del soggetto promotore. 2) La procedura adottata, così come si evince, prevede una doppia gara. La prima è quella che si svolge con la manifestazione d’interesse mentre la seconda è il bando per la concessione delle acque termali, che dovrebbe svolgersi entro dicembre 2018”. “Risulta a questo gruppo – continua la nota – che tale procedura (a doppia gara), prevista dal vecchio codice degli appalti, non è più ammissibile; Inoltre, nessuno studio di fattibilità è stato predisposto dai Comuni e non si capisce come le aziende che hanno partecipato alla gara possano elaborare un piano di sviluppo senza alcuna indicazione da parte degli Enti. Non si capisce in alcun modo in base a quale elemento o criterio venga attribuito il punteggio che determina il miglior progetto di sviluppo. Solo attraverso un’integrazione del 31.01.2017 sono stati indicati i criteri di valutazione, che peraltro ci sembrano abbastanza vaghi. Vi sono infine da evidenziare degli aspetti forse meno tecnici ma altrettanto importanti”. A tal proposito, pertanto, il gruppo di Rinascita democratica sottolinea: “Non si comprende come mai il progetto di sviluppo debba fare riferimento solo al compendio, senza tener conto che la realtà termale si svolge per l’80% al di fuori dello stesso. A questo gruppo, sembrerebbe una scelta “punitiva” nei confronti dell’azienda Sateca e della maggioranza dei lavoratori che espletano la propria attività lavorativa proprio fuori dal compendio. Una scelta che porterebbe ad avere un’occupazione di massimo 25 persone contro le 250 attuali. Ricordiamo che il compendio è sostanzialmente saturo e che lungo il fiume dove si trova il San Francesco non si può realizzare alcunché per vincoli di varia natura. Stando così le cose, dove si dovrebbero realizzare dei nuovi stabilimenti termali? Quale sviluppo così decantato potrebbe avvenire? Come si può chiedere di realizzare un progetto di sviluppo con relativo piano economico asseverato da un istituto di credito se non si indica per quanti anni durerà la concessione? Sollecitati dall’azienda Sateca sulla durata della concessione delle acque sulfuree, avete risposto che la legge prevede 30 anni, dimenticando che i 30 anni decorrono dal 2006, quindi ne resterebbero 17/18”. Infine, nella nota si mette in evidenza che “Fra i requisiti di partecipazione alla gara, emerge con molta chiarezza che le aziende devono aver svolto servizi di natura termale, turistica o sanitaria. In questo modo è altrettanto chiaro che si mettono fuori gioco alcune grandi realtà industriali italiane e internazionali, ma si permette di partecipare a chi ha gestito qualche alberghetto in qualche località turistica del vicinato. La cosa ci sembra a dir poco strana o alquanto stravagante. Nel bando viene, inoltre, indicato che i sopralluoghi tecnici sono necessari per l’effettuazione della progettazione. Come mai quando la Riace srl chiede di organizzarli cambiate idea e dichiarate che non sono “atti giuridicamente indispensabili” e li negate? Per quale motivo la “Commissione di valutazione” ad oggi non è stata ancora resa pubblica?” . Pertanto, “Per tutto quanto esposto, per i grossi dubbi che permangono sulla legittimità della procedura e per la salvaguardia degli oltre 250 lavoratori, il gruppo di Rinascita Democratica chiede pertanto al Consiglio comunale che venga approvata la seguente proposta deliberativa: Revocare, in autotutela, la più volte menzionata “manifestazione d’interesse”, al fine di rendere più trasparente e celere il percorso da intraprendere da oggi fino ad ottobre 2017 unitamente alla Regione Calabria che attraverso le sue strutture, consentirebbe ai Comuni di risolvere, almeno per quel che riguarda la parte progettuale, il problema esistente”.

    Clelia Rovale

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