‘Non biomassacriamo l’aria più pulita d’Europa’

Centrale Enel del Mercure sempre al centro del dibattito ambientalista


Parlare dei piccoli problemi non serve se porta a nascondere le grandi questioni, trascurando il particolare che tanti piccoli problemi andranno prima o poi a formare una grossa questione o, meglio, una grossa questione è costituita da tanti apparentemente piccoli problemi.

Per farla breve, la centrale Enel a biomasse è tutta quanta ancora nel cuore del Parco del Pollino, a dispetto delle proteste degli ambientalisti, delle prove provate della sua nocuità all’ecosistema e naturalmente alla salute dei cittadini. D’altro canto, su tutti i giornali, locali e nazionali, gli incendi sono stati setacciati, perimetrati, classificati, facendo emergere responsabilità, criticità negli interventi e atti al limite dell’eroismo, pochi arresti o denunce contro piromani o presunti tali, a dimostrare omertà complice frammista a disorganizzazione e improvvisazione.

Un aspetto di certo rilevante nella nostra regione, più che altrove, è rappresentato dalla presenza di diverse centrali a biomasse, che dall’incenerimento delle risorse boschive traggono la loro alimentazione. “Centrali che producono una energia del tutto inutile per la Calabria, che, con il suo enorme surplus energetico (+ 55%. Fonte Terna 2014), richiederebbe, semmai, una razionalizzazione della rete distributiva. – lo sostiene Ferdinando Laghi, Medici per l’ambiente, Isde Italia – Ma, si sa, gli incentivi troppo generosamente concessi a queste centrali considerate – a torto- a energia rinnovabile (quanto ci mette, un bosco a ricrescere?…) sono un “boccone” a cui gli speculatori dell’energia non sanno rinunciare. Ed è così che si concretizzano scandali come quello della centrale Enel nel Parco Nazionale del Pollino, che lo scorso anno ha fruttato alla Società elettrica ben 49 milioni di euro, di cui appena 10 da produzione di energia e addirittura 39 (!) da incentivi pubblici.

Alla faccia del “rischio di impresa” e senza parlare del danno quotidiano, enorme, all’area protetta del Parco e i rischi per la salute per chi ci abita”. Non si dice nulla di nuovo, lo stesso Commissario dell’Agenzia Regionale per la gestione del verde, Calabria Verde, generale Mariggiò, ha indicato nelle centrali a biomasse un elemento di preoccupazione per il dilagare dei tagli boschivi abusivi, mentre sono di questi giorni le preoccupate parole del Responsabile della Protezione Civile calabrese, Carlo Tansi, che indica, sempre nelle centrali a biomasse, una delle potenziali cause del proliferare incontrollato degli incendi.

“La necessaria pulitura delle aree colpite, infatti, facilmente si può accompagnare al taglio di alberi indenni, da avviare all’incenerimento nelle centrali. – continua Laghi – E la centrale del Mercure, con le sue ipertrofiche dimensioni (41 MW elettrici) e i suoi smisurati consumi (350.000 tonnellate l’anno!) è un elemento che né la Regione Calabria né il Parco del Pollino si possono permettere.

L’Ente Parco ha ufficialmente chiesto all’Enel di anticipare il fermo tecnico della centrale per dare un minimo di ristoro ai boschi in fiamme, e, per lo stesso motivo, ai Presidenti di Basilicata e Calabria, Pittella e Oliverio, la moratoria dei tagli boschivi destinati alle centrali a biomasse.

Senza dimenticare che sulla vicenda della centrale Enel del Mercure, dopo le due precedenti bocciature delle autorizzazioni concesse dalla Regione Calabria, pesa un ulteriore doppio ricorso amministrativo (uno patrocinato dalle associazioni ambientaliste, l’altro dai sindaci di Viggianello e Rotonda), giunto ormai sul tavolo del Consiglio di Stato. Il Forum “Stefano Gioia”, che raccoglie Associazioni nazionali e Comitati locali e che da oltre 15 anni coordina le iniziative di opposizione a quella che è ormai nota in Italia e al di fuori dei confini nazionali come “il mostro del Mercure”, continua con le iniziative di tutela del Parco Nazionale del Pollino e di informazione e mobilitazione popolare.

E’ dell’altra sera un incontro a Parenti, in cui lo stesso Laghi, con Giuseppe D’Ippolito, Associazione avvocati per il diritto ambientale, Francesco Santopolo, agronomo esperto in biodiversità, Paolo Parentela, deputato M5S, membro Commissione Agricoltura, hanno discusso dell’annosa questione, all’insegna dello slogan “Non biomassacriamo l’aria più pulita d’Europa”.

Una delle tante iniziative, che in un Paese civile non dovrebbero essere appannaggio di singoli o associazioni a tema, ma occasioni di battaglie e rivalsa da parte delle stesse istituzioni, le quali in molti casi, invece, attratti dalla prospettiva di nuovi posti di lavoro o da un concetto di modernità ormai superato, danno in saldo il proprio territorio e mettono in ginocchio la dignità dei propri cittadini.

Tania Paolino