Piano di sviluppo Terme Luigiane, le amministrazioni comunali in cerca di una ‘dote’

Ieri pomeriggio la presentazione del progetto a cura del sindaco Giorgio Maritato e del responsabile utc Giuseppe Caruso

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    Una sfida che richiede coraggio perché intende trasformare l’attuale gestione del territorio in autentica valorizzazione del termalismo e che chiama in causa innovazione, spirito imprenditoriale e sviluppo integrato. Il Piano di sviluppo termale crea infatti aspettative di crescita socio-economica e speranze occupazionali, ma le amministrazioni sono già in cerca di una “dote” finanziaria per affrontare i relativi costi previsti. Presentato nei tempi stabiliti dalla Regione come atto fondamentale per garantire la durata della concessione temporanea delle acque termali, il Piano di sviluppo termale è stato presentato nel pomeriggio di ieri presso il Centro congressi alle Terme Luigiane. Il sindaco di Acquappesa Giorgio Maritato ha riferito anche per conto del sindaco di Guardia Piemontese Vincenzo Rocchetti degli obiettivi e delle modalità con cui attuarlo in sintonia con il comune di Guardia Piemontese, mentre Giuseppe Caruso, ingegnere dell’utc, che ha redatto il progetto con il tecnico Roberto Laino, ha illustrato il piano di fattibilità nei suoi particolari evidenziandone le previsioni di sviluppo urbanistico e produttivo. In particolare, è stata presentata la mappa nella quale sono individuate le aree strutturali e quelle di sviluppo naturalistico.

    «Punto di forza del progetto – ha detto il sindaco Maritato – il senso innovativo al termalismo calabrese». Strategici a questo proposito diverse iniziative di integrazione al piano che necessita di una “dote” pubblica per poter essere appetibile all’imprenditoria privata, come per esempio il contratto di sviluppo turistico per accedere ai fondi del Cipe; ma anche l’inserimento nel piano di strutture alberghiere sul litorale che necessitano di essere ristrutturate (La Perla di Cetraro, il Sangrillà di Fuscaldo, l’Hotel Italia di Guardia Piemontese, Hotel Giulia a Paola); la firma al contratto di Costa tra San Lucido e Sangineto, prevista il prossimo 28 settembre; la fine del monopolio delle acque che saranno suddivise in tre porzioni per garantire lo sviluppo termale in direzioni diverse: gestione delle acque in percentuali diverse a seconda del contratto stilato col comune nella misura del cinquanta, oppure del dieci o del quaranta per cento.

    Secondo Giuseppe Caruso si tratta di «un’onda d’urto di sviluppo dell’intera area».  Lo studio di fattibilità ha previsto la sostenibilità del progetto imprenditoriale, al quale l’amministrazione comunale vuole garantire ogni sostegno da parte pubblica con la ricerca di finanziamenti ad hoc. Durante l’incontro al quale hanno partecipato altri consiglieri comunali dei due comuni sono state avanzati alcuni dubbi che saranno comunque presi in esame in quanto quello presentato – è stato ribadito – è uno studio di fattibilità allo stato embrionale, perfettibile e da ampliare che comunque centra l’attenzione su uno sviluppo termale in direzione turistico, oltre che sanitaria.

    Concluso questo primo step, si procederà alla stesura del bando pubblico con gara europea.

     

    Francesca Rennis

     

     

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