L’étoile, il danzatore cosentino e un desiderio

LE INTERVISTE DI COSENZAINFORMA.IT Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta trionfano al concerto di Capodanno al Rendano


Lei è Sabrina Brazzo, prima ballerina del teatro alla Scala di Milano lui è Andrea Volpintesta, il ballerino scaligero più talentuoso che ci sia, e per nostra fortuna cosentino doc. Insieme avevano un desiderio: ballare al Rendano. Per anni hanno cercato, invano, di poter danzare su quelle assi di legno del teatro di tradizione della città dei Bruzi ma nessuno li aveva accontentati. Loro, che coppia sul palco e nella vita, hanno ballato nei templi del balletto di mezzo mondo non erano riusciti a realizzare un sogno che Andrea aveva nel cuore bruzio e che Sabrina, da donna sensibile e innamorata, ha fatto suo mettendo a disposizione la sua arte per il pubblico di una città che da tempo non aveva la fortuna di assistere a uno spettacolo di danza classica con nomi di richiamo come quelli di questi due danzatori. Sabrina Brazzo e Andrea Volpintesta si sono esibiti ieri al Rendano per i cosentini che hanno affollato il Concerto di Capodanno del 1 gennaio, offerto gratuitamente, dall’amministrazione di Mario Occhiuto.

Un desiderio realizzato grazie a una serie di incredibili “incontri” fortunati. Andrea e Sabrina finalmente avete ballato a Cosenza. Com’è andata?

Erano anni che ci provavamo. Per me che sono cosentino era un desiderio che avevo nel cuore. L’amore per la mia città me lo sono portato dentro ovunque sono stato e ho contagiato anche Sabrina in questo sogno. Anche se lei era più scettica nella possibilità di realizzarlo. Poi una serie di incontri fortunati mi hanno fatto entrare in contatto con il direttore artistico del Rendano, Lorenzo Parisi. La sua sensibilità e la nostra si sono incontrate ed è arrivato l’invito a ballare a Capodanno al Rendano. Ed è stato emozionante, ci siamo sentiti ispirati. Abbiamo ballato con l’amore nel cuore per questa città.

Sabrina, lei è étoile alla Scala di Milano, un incrocio perfetto tra Venezia e Padova grazie ai genitori, è famosa in tutto il mondo e ha sposato un cosentino. Ci racconta di più?

Sono arrivata a Milano a soli 9 anni da Venezia. Al tempo la scuola era all’interno del Teatro alla Scala e vedere ballare dei giganti della danza per me ancora bambina mi ripagava di tutti i sacrifici, delle ore attaccata alla sbarra a perfezionare ogni movimento. Eravamo arrivate in 700, siamo state selezionate in 33 e di quelle ballerine solo io riuscii a diplomarmi. Da allora ho vissuto in quel teatro che nel 2001, dopo l’interpretazione di Giselle di Silvye Guillem, mi ha nominata prima ballerina. E sempre alla Scala ho incontrato Andrea Volpintesta, lui che era partito dalla sua città a 13 anni e che era alla Scala a 18 anni, un vero talento ma anche bello e tenebroso, ha dovuto corteggiarmi per due anni prima di conquistarmi definitivamente. Di lui mi ha colpito la professionalità, il carattere, la sua forza morale e anche la sua cosentinità. Per questo il suo sogno di ballare a Cosenza aveva contagiato anche me. Un desiderio che in un certo senso ha riguardato anche mio figlio Joseph che ha potuto vedere la mamma e il papà ballare a Cosenza.

Il successo di ieri a Cosenza, il calore che avete sentito intorno a voi, vi farà tornare ancora?

L’intesa artistica che abbiamo avvertito nei nostri interlocutori di Cosenza probabilmente ci permetterà di tornare ancora in città. Progetti ce ne sono, ma al momento non vorremmo svelare di più. Cosenza merita di avere una stagione di balletto a livello internazionale. Il fermento culturale, la vivacità che si respira in città ci ha colpito e ci piacerebbe far vedere ai giovani, a chi ama ballare, agli appassionati ma anche a chi non conosce la magia della danza quanto possa emozionare un balletto quando è interpretato da danzatori di livello. Questo perché non solo ci piacerebbe tornare a ballare al Rendano ma anche diventare un tramite con altri ballerini di riconosciuta bravura magari per allestire un cartellone di richiamo regionale, e non solo, che porti in città gli amatori del genere.

Mpv