Emergenza Incendi. Anche oggi giornata da bollino rosso con roghi attivi in tutta la provincia di Cosenza

Alle emergenze di ieri, come Pianette di Rovito e Fagnano Castello, si è aggiunto Castiglione Cosentino. Brucia Bucita in Sila, in fiamme le valli Mercure e Lao nel Pollino. Servono uomini e mezzi

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    Anche oggi è una giornata contrassegnata da bollino rosso per gli incendi. Dei 106 roghi segnalati, ieri, in provincia di Cosenza ne rimangono attivi circa 90 mentre quelli spenti sarebbero poco meno di 20.

    Parliamo di incendi di vaste proporzioni che hanno portato nel cosentino alla morte di una persona, avvenuta a San Pietro in Guarano che invano cercava di spegnere il rogo che devastava il suo podere, e al ferimento di altre quattro.

    Le fiamme si sono spesso avvicinate all’abitato come a Pianette di Rovito, a Fagnano Catello,  Castaglione Cosentino. Hanno distrutto alberi secolari, piante da frutto e uliveti e fienili, uccidendo il bestiame.

    Ad Amendolara arriva l’appello per un incendio divampato, ieri, intorno a mezzogiorno lungo la strada che la collega ad Oriolo, di fronte il bivio di Castroregio. I Vigili del fuoco, impegnati in altri incendi, non sono intervenuti e molti ulivi centenari sono andati persi. Il pericolo è che le fiamme riprendano vigore con il vento che in questa zona è solito soffiare e dicono i proprietari dei terreni: “se nessuno interverrà per spegnere i ceppi ancora accesi, dovesse mai alzarsi il vento, perderemo tutto”.  

     

    Brucia anche la Sila, segnalazioni arrivano da vicino Bucita, fiamme altissime stanno devastando i boschi. In fiamme finisce il  Pollino con le valli Mercure e Lao. Tanto che i sindaci dei comuni di Laino Castello, Laino Borgo, Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Papasidero e Mormanno  chiedono aiuto: “La gravità della situazione, che non può essere gestita con i mezzi e le forze già in campo, richiede un immediato intervento della flotta aerea per fronteggiare un fronte di fuoco di diversi chilometri quadrati”,  scrivevano ieri in un comunicato in cui si denunciava anche il mancato intervento mentre la situazione si aggravava di ora in ora.            

    E’ il momento di attrezzarsi per chiedere lo “stato di  calamità” come già stanno facendo in altre regioni  italiane.

    L’Unità di Crisi attivata dalla regione Calabria fornisce i numeri della macchina operativa incaricata di spegnere gli incendi (dolosi per il 99,9% dei casi) in provincia di Cosenza: Sono impiegate sul territorio 34 squadre composta da 7 persone ciascuna per un totale di 238 persone.  Sono inoltre operativi 3 canadair del Vigili del Fuoco e 2 elicotteri della Protezione civile regionale.

    Un numero, che viste le proporzioni del fenomeno incendiario, risulta davvero non sufficiente nonostante l’abnegazione e gli sforzi di Vigili del fuoco, di Calabria Verde e della Protezione Civile affiancati dagli impagabili volontari (tanti!).

    E mentre ettari di territorio vanno in fumo divampa un’altra polemica a livello nazionale: nell’intervento sugli incendi boschivi il ruolo di azione e coordinamento dei forestali è stato di fatto in larga parte disattivato. E dei trentadue elicotteri degli ex forestali, sedici sono stati assegnati ai vigili del fuoco e sedici ai carabinieri, questi ultimi esonerati dal servizio anti-incendio. Praticamente uno smantellamento del sistema antincendi italiano.

    Ma tornando all’emergenza incendi in Calabria, arriva una nota di  Olivero che pone l’accento sull’opera di repressione e di prevenzione.

    “Una cosa è chiara – dice il governatore della Calabria –  è necessario un forte potenziamento dell’azione di spegnimento e di contrasto che preveda l’impiego adeguato di uomini e mezzi sia per via aerea che sui territori. Nei prossimi giorni –ha concluso Oliverio- faremo il punto sui passi da compiere e assumeremo tutte le iniziative per dotare anche la nostra regione di un servizio antincendi regionale adeguato alle emergenze spesso causate da criminali senza scrupoli ma anche da un clima sempre più torrido e dal progressivo abbandono dell’uomo delle nostre aree interne”.

     

    Registriamo, infine, lo sfogo legittimo dei sindaci: “Ci troviamo di fronte ad uno scenario quasi apocalittico – afferma il sindaco di Celico Antonio Falcone – la provincia di Cosenza è classificata come gravemente siccitosa, negli ultimi 50 anni non si era verificata una annata del genere. A questo ci aggiunge l’irrazionalità criminale dei piromani e il gioco è fatto. Di fronte ad uno scenario del genere non esiste prevenzione, risorse umane e strumentali che bastino”.

    Falcone ricorda, anche, che erano state posizionate delle telecamere nei punti a rischio incendio doloso e che queste avevano permesso anche l’arresto di alcuni maniaci del fuoco. Si tratta di capire se ci sono ancora e se sono tutt’ora funzionanti. 

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