Cosenza, i bersaglieri del Primo reggimento tornano a casa

Per sei mesi, con circa cinquecento uomini e donne, hanno garantito la sicurezza delle maestranze impegnate nei lavori della diga di Mosul, in Iraq

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    C’era un pezzo di Calabria in Iraq. I fanti piumati del Primo reggimento bersaglieri di Cosenza. Per sei mesi hanno operato in maniera alacre e silente, garantendo con circa cinquecento uomini e donne la sicurezza delle maestranze impegnate dalla ditta Trevi nei lavori di consolidamento della diga di Mosul, il più grande manufatto idraulico dell’Iraq e il quarto del Medioriente, situata a pochi chilometri di distanza dall’abitato della cittadina irachena recentemente liberata dal governo iracheno con il supporto della coalizione internazionale.

    I bersaglieri del Primo, comandati dal colonnello Luigi Iorio, rientreranno a breve nella città dei bruzi che ospita orgogliosamente il reggimento che possiede la bandiera di guerra decorata con il maggior numero di medaglie di tutto l’Esercito Italiano. Il 14 agosto, infatti, presso il compound della Diga di Mosul, si è tenuta la cerimonia di avvicendamento al Comando della Task Force “Praesidium”, tra il personale del 1° Reggimento Bersaglieri di Cosenza (cedente) e il 3° Reggimento Alpini di Pinerolo (subentrante).

    La cerimonia è stata presieduta dal Deputy Commander General for Training presso il CJFLCC-OIR e Comandante del Contingente Italiano, Generale di Brigata Francesco Maria Ceravolo, già comandate del Primo reggimento bersaglieri. «Da cittadino italiano, da bersagliere e da comandante – ha detto il generale Ceravolo – sono orgoglioso per il modo con cui i fanti piumati del 1° Reggimento hanno saputo affrontare una prova tanto ardua quanto impegnativa, dando ancora una volta chiara dimostrazione, ad amici ed alleati, delle migliori qualità del soldato italiano».

    Si conclude così l’importante contributo “cosentino” all’operazione italiana denominata “Inherent Resolve”. L’Italia è infatti il secondo contributore dopo gli Usa con la missione nazionale “Prima Parthica” che vede impiegati circa 1400 militari appartenenti a tutte le Forze Armate operanti, oltre che presso la Diga di Mosul, nelle sedi di Baghdad e Erbil nell’addestramento delle Forze di Sicurezza curde (Peshmerga) e irachene, assicurando anche a tutta la coalizione, con un Task Group aeromobile dislocato presso l’aeroporto di Erbil, la capacità di Personal Recovery (PR) nel quadrante settentrionale del teatro iracheno.

    Francesca Cannataro

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