Nicola Morra: «Basta con l’arroganza di Occhiuto»

Il parlamentare chiede inoltre che il sindaco defenestri l’assessore Spataro e il consulente Vigna

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    E’ diventato uno scontro personale, visto anche il fatto che l’opposizione a Palazzo dei Bruzi è quasi inesistente. Infatti, il sindaco può contare su una larga maggioranza e dormire tranquillamente poiché a parte Carlo Guccione e Bianca Rende di oppositori non se ne vedono. Quindi, ad alzare la voce contro Mario Occhiuto è il senatore grillino, Nicola Morra. Il quale con una nota attacca l’operato del primo cittadino chiedendo inoltre che dimissioni l’assessore Michelangelo Spataro (condannato nella vicenda Tesi) e Luciano Vigna, ex responsabile del bilancio comunale e ora componente della segreteria occhiutana. Dunque scrive Morra: «La condotta finora seguita da questa amministrazione non farebbe prefigurare nulla di buono visto le numerose inchieste della magistratura che hanno colpito la politica del comune di Cosenza.

    Mario Occhiuto ha scaricato sul Comune di Cosenza e quindi sui cittadini i propri debiti, guida un Comune coinvolto in numerose inchieste giudiziarie su appalti spezzatino e affidamenti diretti, sulle spese pazze per le luminarie e su altre indagini che hanno macchiato la condotta amministrativa di questa maggioranza». Continua Morra: «Appartiene alla cronaca che la ndrangheta sia stata interessata ai lavori della metro di Cosenza, tanto da contrattare addirittura una promessa elettorale e questo non lo affermo io, ma la dott.ssa Boccassini nei verbali di inchieste antimafia a Milano. E casualmente il sindaco ha cambiato opinione sulla Metro, diventando un promotore dell’opera solo dopo essere stato eletto, tradendo la promessa di dire No alla Metro. Cambi rotta Occhiuto.

    Numerose opere promosse dal sindaco di Cosenza portano con se gravi macchie di illegalità». Non c’è che dire. Il senatore pentastellato chiude la nota invitando Occhiuto a ravvedersi «dall’azione arrogante che sta portando avanti con i soldi dei cittadini e che lo vede continuamente distribuire incarichi pubblici preclusi dalla Legge. Si ravveda per un fatto etico e morale e, al contrario di come fino ora ha fatto, cerchi di ritornare sulla strada delle trasparenze e della legalità. La legge Severino e la giurisprudenza in generale prescrivono la preclusione, a tutela dell’Ente, a conferire incarichi a coloro che abbiano riportato condanne penali con sentenza di primo grado, confermata in appello, con la stessa non inferiore a due anni di reclusione per un delitto non colposo.

    E il caso del Comune di Cosenza dove, i due condannati (Spataro e Vigna) continuano a ricoprire incarichi». 

    Luciano Nuocce

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