Pomeriggio di follia a corso Fera: il 23enne resta in carcere

Il ragazzo tentò di aggredire sessualmente una donna. Poi distrusse la vetrina del negozio

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    Il “demone”, resta in gabbia. Amajd Khalid, il 23enne di nazionalità magrebina che, mercoledì scorso, poco prima delle 17, ha seminato il panico e il terrore lungo corso Luigi Fera, continuerà a vedere le giornate passargli davanti, da dietro una finestra con le sbarre. Il 23enne, infatti, resterà “ospite” di una cella di via Popilia. Questo è il verdetto del giudice Giuseppe Greco che, non ha concesso alcuna attenuante generica al magrebino, evidenziandone la sua pericolosità sociale e la gravità dei suoi comportamenti. Come si ricorderà, quel mercoledì pomeriggio, Amajd, in preda ai fumi dell’alcol e “ostaggio” di chissà quale sballo, allungò le mani su una giovane donna, titolare di un centro per la cura e ricostruzione delle unghie. Il 23enne, nonostante la presenza di due bambine, non esitò a palpare, ripetutamente, il fondoschiena e il seno alla donna, tentando anche spinti rapporti carnali. Non solo. Al rifiuto della donna e alla sua comprensibile reazione, il 23enne, esplose tutta la sua rabbia, distruggendo, con calci, pugni e ginocchiate, la spessa vetrina dell’esercizio commerciale. Furono le urla e le richieste d’aiuto della donna, a far scattare il primo intervento di essercianti e passanti che, placcarono il 23enne, fino a renderlo inoffensivo. Ma, prima di essere messo ko, il “demone”, trovò il modo di lasciare un altro “segno” del suo passaggio infernale, rifilando un pugno in pieno volto al compagno della malcapitata. Poi, l’arrivo degli agenti della squadra Volante, coordinati dal vicequestore Cataldo Pignataro, riportò la situazione sotto controllo. Per il magrebino, scattarono le manette. Il 23eenne, continuò il suo “show” anche in questura, minacciando e strattonando gli agenti, sputandogli in faccia e mettendo anche a soqquadro un ufficio. Durante il trasferimento in carcere, dov’è tuttora recluso, con un paio di calci, lesionò anche il vetro posteriore di un’auto della Volante. Le accuse per lui sono pesanti: violenza sessuale aggravata, danneggiamento aggravato, minacce lesioni personali, resistenza a pubblico ufficiale e porto di oggetti atti ad offendere. Amajd, scappato chissà da quale passato, in fuga dal mondo e forse anche da se stesso, ora guarda il suo presente da dietro le sbarre di un carcere. Da quello stesso carcere “interiore” , da cui pensava, venendo in Italia, di essere evaso. Il 23enne, è l’ennesimo disperato, è l’ennesima “vittima” e “carnefice” di se stesso.

    Carmine Calabrese

    Daniela Santelli

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