Cosenza Libera: ‘Abbiamo un Pronto Soccorso lager’

Qualcuno vuol far credere che a separare i cittadini dal diritto alla salute sia la realizzazione del nuovo ospedale, e non le scatole cinesi che questa Giunta regionale continua ad adoperare per meri scopi politici

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    I tempi biblici per la realizzazione, sarebbero un ulteriore carico di frustrazioni per utenti, infermieri e medici. Abbiamo un Pronto Soccorso «lager». Le attese per ricevere le cure sono inaccettabili. Ve la immaginate la beffa di un nuovo nosocomio, magari bello grande, con lo stesso numero di persone impiegate? Chi ha fretta di fare presto sulla scelta del posto, forse, lo ignora. Il timore non dovrebbe essere quello di perdere i finanziamenti, bensì quello di non dare alla provincia ciò di cui realmente ha bisogno: una sanità dignitosamente efficiente. Sarebbe molto più interessante evitare gli annunci e battere il pugno per provvedimenti immediati. Non credete? Per esempio, la possibile chiusura del Pronto Soccorso di Praia a Mare, è una pessima notizia. Addirittura dai comuni del Savuto ci è giunto il grido d’aiuto per la possibile chiusura del Poliambulatorio di Aprigliano.

    Una scelta, quella dell’ASP, tutt’altro che saggia. Quando dalla Cittadella regionale qualcuno si deciderà a battere un colpo, noi saremo qui, a lottare contro il collasso. Tornando al nuovo ospedale, la politica dia risposte concrete, non a lungo termine! Della riorganizzazione delle truppe del PD, non ce ne importa nulla! Non dimentichiamoci che il cosiddetto «nuovo» Pronto Soccorso di Cosenza, ci è stato consegnato secondo i canoni di quindici anni prima. Il rischio di un secondo flop è altissimo. Nelle prossime settimane Cosenza Libera entrerà nel vivo dell’argomento «sanità», coinvolgendo tutti. Il nostro è dunque, un appello a tutte le associazioni e movimenti, affinché giunga al Governo nazionale un segnale forte di questo conclamato disagio. Se sarà sul serio l’Esecutivo del cambiamento lo vedremo. E’ inammissibile incentrare il futuro della sanità locale solo sulla realizzazione (neanche certa) di una struttura! Da chi non si adopera neanche per la manutenzione delle pertinenze dell’attuale ospedale, non ci aspettiamo nulla di nuovo. Degrado e trascuratezza insidiano l’Annunziata quotidianamente, per non parlare delle ripercussioni gravissime pagate in questi anni di caos e malasanità. Possiamo pensare al Grande Ospedale se prima non riapriamo quelli chiusi per colpa del «Piano di rientro»?

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