L’inferno domestico ‘spento’ dai carabinieri

In manette un 47enne. L'arresto è una scelta di coraggio di una 40enne, stanca di subire in silenzio

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    La passione fa incendiare i cuori, non da fuoco alle persone. Quella non è passione. Quella è violenza, quella è malattia, quella è possesso, quella è l’”incenerimento” di un’identità. Questa storia che, “puzza” d’odio, divampa di gelosia, è stata innescata con la “diavolina” dell’istinto machista. Quello che, ad un tratto, trasforma Antonio (nome rigorosamente di fantasia, ndc) un anonimo 47enne in un demone, vittima e carnefice delle sue stesse fragilità, prigioniero e rapitore della sua stessa confusione. Quella che, come una benda, copre gli occhi e anche il cuore. Ed è così che Antonio  finisce nei guai con la giustizia. Le accuse nei suoi confronti, sono pesantissime: stalking, persecuzione, minacce, violenze di ogni genere e perfino, un tentativo di dare fuoco a quella donna che, aveva “osato” separarsi da lui. Il 47enne, da ieri è rinchiuso nel carcere di Via Popilia. L’ha deciso il gip Piero Santese, accogliendo la richiesta di custodia cautelare avanzata dalla Procura della Repubblica di Cosenza. Il rapporto tra Antonio e la sua compagna,(la chiameremo Alessia, 40 anni, donna simbolo di coraggio, ndc) divenuta da tempo la sua ex, va a gonfie vele.

    Come succede in tutte le storie d’amore. Baci, abbracci, coccole, carezze, progetti. Poi, con il passare del tempo, anche per via di una serie di “demoni” che s’impossessano della testa del 47enne, quella genuinità e spontaneità d’amore e di sentimenti, diventa altro, sfociando in paranoia, degenerando in gelosia, straripando in scatti d’ira e in raptus di possesso. Il 47enne, si trasforma, diventa un altro. Quasi irriconoscibile. Quelle mani che hanno regalato carezze, ora s’irrigidiscono e diventa messaggeri di paura, quelle labbra che, per tanto tempo, hanno partorito parole d’amore e frasi di comprensione, ora “ringhiano” possesso, mostrando i denti e mettendo paura. La compagna del 47enne, di colpo, si sente imprigionata in un labirinto, da cui non può più uscire. Perchè è pieno di trappole, è pieno di inganni. Prova a resistere, prova a darsi coraggio. Prova a pensare “è un momento, passerà”. Ma, quel momento diventa lunghissimo. Non passa mai. La 40enne, forse per paura, forse per vergogna, forse per non innescare ancora di più la “miccia” del suo compagno, sceglie la strada del silenzio, tenendosi tutto dentro. Ma, le parole, le minacce, le violenze, soprattutto psicologiche, fanno male.

    Diventano ferite che non cicatrizzano, diventano “purulenze” che infettano, l’anima. Poi, però, la situazione, nuovamente degenera. Altre urla, altri scatti, altre minacce. E, perfino un tentativo di “punire” la donna, con il fuoco, per quella sua decisione di mettere fine a quell’inferno. Sentimentale e domestico. Alessia, racconta tutto. Lo fa, confidandosi con i carabinieri. E, piano piano, si riscopre, di nuovo forte.

    Carmine Calabrese

     

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