ZTL centro storico. ‘‘Su corso Telesio ‘parcheggiamo’ le persone, non le auto!’’

Lo dichiara il presidente di Italia Nostra Cosenza, arch. Carlo de Giacomo

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    La questione dei centri storici solo in parte consiste nella conservazione edilizia e architettonica, ed in una tale prospettiva il tema dell’accesso e della circolazione dei veicoli a motore costituisce – in ragione di un modello di mobilità auspicato – parte non secondaria della questione medesima. Vero è che oramai vi è una diffusa consapevolezza che almeno la città storica, per i limiti fisici che la distinguono, per la qualità degli spazi pubblici che la caratterizzano e per le funzioni che tradizionalmente in essa sono localizzate, non sia “fatta” per l’automobile. A tale consapevolezza se ne accompagna altra più recente che non riguarda solo il centro storico, ma la città intera: ci si riferisce alla posizione (culturale, innanzitutto) di coloro che reclamano politiche del traffico che tengano conto che la “Città è tutta uguale e uguali sono i diritti di chi la abita”. Da ciò consegue che la disciplina differenziata della circolazione nei centri storici è soprattutto affidata ai provvedimenti di delimitazione dell’Area Pedonale e della Zona a Traffico Limitato. Va sicuramente nella direzione di una nuova cultura, e quindi di nuove politiche, l’insieme delle discipline e degli interventi di limitazione e più in generale di regolazione della circolazione del traffico, non solo nei centri storici. In Europa iniziative conosciute come “Città 30” “Twenty is plenty” (Zona 30 con rete stradale urbana dove il limite di velocità è di 30 chilometri) ad esempio, hanno trovato ampia applicazione (in sindaco Anne Hidalgo ha introdotto la “Zona 30” in tutta Parigi, salvo alcune strade di attraversamento), analoghe esperienze si fanno a Lisbona e Valencia. Anche in Italia, spesso sulla base di buone pratiche vedono insieme il tema della “Città 30” e quello della “Social street”: Via Fondazza a Bologna cominciata nel 2013 e quella di “Città Giardino” a Terni, realizzata dalla associazione GART – Giovani Architetti Ternani, o del Quartiere Sacca – Ina Casa a Modena, promossa da Ingegneri Senza Frontiere, come anche della “Città Accessibile” (accessibilità dell’ambiente costruito e dei luoghi pubblici, delle strutture e dei servizi pubblici). E se l’istituzione di una Z.T.L. o di un’Area Pedonale, vengono vissute ancora come una privazione, è evidente che non è questione di regole, bensì di valori e culture condivise.

    Arch. Carlo de Giacomo

    Presidente Italia Nostra Cosenza

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