L’INTERVISTA. Wanda Ferro: ‘Alle regionali centrodestra unito ma no a esperimenti di civismo’

La parlamentare di Fratelli D’Italia: Sui migranti necessario il blocco dei porti. La Regione? Ringrazio Oliverio per aver favorito il disfacimento del centrosinistra in Calabria”

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    di Astolfo Perrongelli

    Ha destato un po’ di scalpore il suo passaggio da Forza Italia a Fratelli d’Italia. Un esponente politico di spessore, Wanda Ferro, perso da Jole Santelli (responsabile regionale di FI). E il lavoro che la Ferro sta svolgendo in Parlamento è costante e i risultati conseguiti non sono pochi. La parlamentare è stata intervistata da cosenzainforma.

     

    II mese di agosto è stato caratterizzato da due vicende: il crollo del ponte Morandi e la querelle sui migranti. Sulla prima il governo aveva annunciato di revocare la concessione ad Autostrade Italia. Poi visto l’elevato indennizzo da pagare, ha fatto retromarcia. Un suo parere. Il disastro di Genova ha inferto una ferita profonda e dolorosa al Paese e ha dato una scossa alle nostre coscienze, mettendo a nudo le fragilità di un’Italia che per troppi anni si è trascinata dietro inefficienze e zone grigie. Il crollo del ponte Morandi ci ha fatto aprire gli occhi sulle carenze dei nostri ponti, delle reti ferroviarie, della difesa del suolo, ma anche sui limiti della politica e sul governo della cosa pubblica. Continuiamo in tutto il Paese ad attraversare ponti dei quali non conosciamo il livello di sicurezza, quindi passata la tragedia riprendiamo l’abitudine di soprassedere, mentre esplode la battaglia delle presunte responsabilità. In questi ultimi giorni è emerso un documento nel quale lo stesso Morandi, nel 1981, avrebbe segnalato alcune criticità del Ponte, “una degradazione della struttura in cemento armato molto rapida in alcune parti, molto di più di quanto ci si potesse aspettare”; questo documento non sarebbe stato inserito di recente dal concessionario nelle relazioni inviate al provveditorato regionale.  Ma la concessione è del 2007, quindi questo documento sarà stato trasmesso ad Autostrade in quell’epoca, ma se al momento della consegna della rete autostradale ti trasmetto un documento così delicato, non ho l’obbligo negli anni a seguire di chiederti se, come e quanto ne hai tenuto conto? Ciò non vuole sgravare dalle proprie responsabilità, che appaiono tante, il concessionario, ma è giusto pretendere chiarezza assoluta. Ma la strada da seguire è quella delle procedure più rapide, della definizione di scale di priorità e di una completa mappatura del rischio. Poi se le procedure adottate fino ad oggi per le concessioni delle reti hanno dei limiti, andranno rivisitate tutte, adeguate alle nuove esigenze, occorrerà impegnarsi per fare in modo che tante vittime innocenti non siano scomparse senza una effettiva rivoluzione culturale della politica e dell’amministrazione. Intanto ho interrogato il governo e il ministro Toninelli sullo stato di manutenzione e i livelli di sicurezza dei viadotti gestiti da Anas in Calabria ritenuti a rischio, dal ponte Morandi di Catanzaro al viadotto Cannavino di Celico, al Petrace tra Gioia Tauro e Palmi e tanti altri.

    Sui migranti, protagonista è stato il ministro degli Interni, Salvini che ha tenuto a bordo di una nave della Marina 177 migranti senza volerli fare sbarcare. Gli extracomunitari, successivamente hanno trovato una sistemazioni. Mentre, il leghista ha ricevuto un avviso di garanzia per sequestro di persone. Quale è la posizione di FdI sui migranti, che ne pensa dell’avviso di garanzia a Salvini. Ad avviso di Fratelli d’Italia realizzare un blocco navale davanti alle coste della Libia è l’unica soluzione realmente efficace se si vuole porre un freno reale alla partenza dei barconi della morte e colpire chi specula e si arricchisce sulla pelle dei migranti. E’ questa la vera battaglia di civiltà, contro l’ipocrisia di chi agita strumentalmente il tema del razzismo in un Paese che è invece civile ed accogliente. Sono invece il mancato controllo dei flussi migratori e la cattiva accoglienza ad ostacolare una positiva integrazione e generare diffidenza e deprecabili fenomeni di intolleranza. Ci ha lasciati davvero perplessi che la Lega non abbia sostenuto la nostra proposta. Quanto all’avviso di garanzia a Salvini per la vicenda della nave “Diciotti”, non posso che essere critica verso quella che considero l’iniziativa improvvida di un magistrato forse troppo condizionato dalle proprie convinzioni politiche. E’ incredibile che sia stato contestato l’arresto illegale – mentre non c’è stato alcun arresto in senso tecnico -, tantomeno il sequestro di persona, visto che è una valutazione discrezionale del ministro dell’Interno decidere se e quando uno sbarco è compatibile con l’ordine pubblico. Più in generale credo che il procuratore di Agrigento sia intervenuto in maniera scomposta su un’attività discrezionale del ministro – condotta certamente nel rispetto della legge, della Costituzione e dei trattati internazionali – probabilmente più per ottenere un effetto mediatico che conseguenze sul piano giudiziario. Credo si sia voluta mettere sotto accusa la linea politica di un governo che vuole finalmente porre un freno all’immigrazione incontrollata, una linea condivisa dalla stragrande maggioranza dei cittadini.

    In Calabria il suo partito sta ottenendo sempre più consensi. Come procede l’alleanza con Forza Italia? L’alleanza con Forza Italia prosegue all’insegna della correttezza dei rapporti e della consapevolezza che l’unità della coalizione è un valore che va sempre difeso: l’elettorato del centrodestra non gradisce le divisioni e punisce le scelte incoerenti con le linee programmatiche che da anni ormai caratterizzano la proposta dei moderati. Abbiamo mostrato unità durante le trattative per la formazione del nuovo governo, e a livello regionale siamo impegnati in una chiara e netta opposizione al governo di centrosinistra guidato da Mario Oliverio, e nella costruzione di un futuro progetto di buongoverno della Calabria. Credo che il merito di Fratelli d’Italia in Calabria sia stato anche quello di praticare una politica di crescita sul territorio attenta alla qualità delle persone e rispettosa delle storie di ciascuno: non siamo mai entrati a gamba tesa nelle dinamiche dei nostri alleati, non abbiamo fatto campagna acquisti, abbiamo accolto coloro che hanno sposato il progetto di Giorgia Meloni portando con sé un bagaglio di determinazione, competenza, coerenza e soprattutto qualità etiche.

    A proposito di alleanze: lei è candidate alla presidenza della Regione così come Mario Occhiuto, sebbene quest’ultimo aspetti la benedizione di Berlusconi: il centro destra andrà diviso o si cercherà un accordo, visto che si vota tra un anno e di tempo ce n’è a disposizione? Come centrodestra abbiamo le idee chiare sia sulla necessità di andare uniti agli appuntamenti elettorali, sia sulle cose da fare per segnare una netta inversione di tendenza della Regione sui temi dello sviluppo economico e sociale. Chi sarà il candidato si deciderà dopo un confronto all’interno della coalizione. Certamente non condivido esperimenti di civismo che i cittadini potrebbero interpretare come operazioni di mero favore verso trasformisti e protagonisti della disastrosa esperienza di centrosinistra con l’esigenza di rigenerarsi sotto nuove bandiere. Come ho già avuto modo di dire, la mia idea è quella di fare tesoro sia dell’esperienza di Oliverio, che pur di vincere si è fatto legare le mani da una pletora di transfughi, sia della severa lezione data dalle elezioni del 4 marzo, che hanno dimostrato che chi si ostina a proseguire nelle vecchie liturgie della politica, riproponendo schemi e comportamenti ormai consumati, è destinato inevitabilmente al fallimento. Non si può dare la vittoria per acquisita, e non ci sono rendite di posizione da sfruttare. Sono convinta che i cittadini siano disposti a dare ancora fiducia a chi sa rappresentare una buona politica, fatta di onestà e buon senso, ma anche di valori forti, di una visione di crescita organica della collettività, e soprattutto di credibilità personale, costruita giorno per giorno con la capacità di ascolto, l’impegno trasparente e concreto a favore dei cittadini, la coerenza e la capacità di fare sempre la stessa scelta di campo.

    Lei è stata consigliere regionale: quali sono stati i più gravi errori di Oliverio. E qualcosa di positivo è riuscita a farla? Il più grande merito di Oliverio, dal nostro punto di vista, è stato quello di aver favorito il totale disfacimento del centrosinistra in Calabria. Meriti amministrativi non saprei attribuirgliene. Il governo Oliverio si è distinto per immobilismo e incapacità di dare una sterzata alla situazione gravissima in cui versa la Calabria. Alcuni settori, come quello della Cultura, sono stati completamente cancellati dall’agenda regionale, settori trainanti quali il turismo e l’agricoltura sono stati lasciati senza guida politica, il fallimento delle politiche sociali e del lavoro è sotto gli occhi di tutti. Senza contare la gestione di una sanità che non affonda soltanto per la professionalità e la dedizione degli operatori, avendo il governo regionale abdicato ad ogni seria programmazione, nel comodo gioco delle parti dello scontro con l’Ufficio commissariale. Ma soprattutto Oliverio, che a parole ha continuato per anni a scagliarsi contro le pesanti eredità del passato, non ha saputo rompere con le vecchie pratiche clientelari, come dimostra ad esempio la vicenda che abbiamo più volte denunciato dei finanziamenti erogati alle amministrazioni comunali amiche durante la campagna elettorale per le Politiche.

    Infine, Gratteri come capo della procura di Catanzaro era stata vista come una manna. Arresti ne sono stati eseguiti ma la mala politica non è stata toccata…. A dire il vero dopo l’arrivo del dottore Gratteri la procura di Catanzaro ha avviato diverse inchieste che hanno coinvolto politica e burocrazia, e fin dal suo insediamento il nuovo procuratore ha creato un pool di magistrati dedicato proprio ai reati contro la pubblica amministrazione in stretta collaborazione con i reparti investigativi specializzati delle forze dell’ordine. E’ chiaro che di fronte all’arretratezza e alle inefficienze in cui versa la nostra regione ci sia tra i cittadini un’ansia di chiarezza e la volontà che venga tirato via il marcio dalla gestione della cosa pubblica. Ma il compito di un magistrato non è quello di assecondare gli aneliti giustizialisti o di dare il via ad inchieste clamorose sotto il profilo mediatico che rischiano poi di sgonfiarsi. Io credo che Gratteri e il suo pool di validissimi magistrati, sia nel campo della pubblica amministrazione che in tutti gli altri settori di indagine, siano attenti alla serietà e alla solidità delle inchieste. Bisogna guardare alla puntualità e alla completezza, non alla rapidità delle indagini, perché dopo avere individuato un fatto reato è necessario costruire un quadro probatorio inattaccabile, affinché le eventuali accuse possano resistere in dibattimento e condurre all’effettiva condanna dei responsabili. In passato troppo spesso chi è stato accusato di malaffare ha avuto la sola sanzione della gogna mediatica, per poi uscire immacolato, magari anni più tardi, dai processi. Per questo ho piena fiducia nel lavoro della Procura distrettuale di Catanzaro, così come di quella di Reggio Calabria guidata dal dott. Giovanni Bombardieri.

     

     

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