Cosenza, la scuola è iniziata ma 500 studenti sono senza insegnanti di sostegno

Ancora non è tutto pronto ma il disagio non è solo degli studenti ma anche dei docenti che non hanno un’assegnazione provvisoria

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    In provincia di Cosenza sono 500 gli studenti che da giorni e non si sa fino a quando, sono senza insegnanti di sostegno. Il disagio, come è comprensibile, non è solo degli studenti delle scuole superiori ma anche dei docenti. Tant’è che da giorni è scattata la protesta con una manifestazione anche davanti alla prefettura, per chiedere che vengano espletate le pratiche per le domande di assegnazione provvisoria e cioè di avvicinamento alla propria città.

    L’intoppo burocratico infatti, sta proprio qui. “L’anno scorso ce l’abbiamo fatta per un pelo. Tutte le cose in ordine per il 31 agosto si è arrivati di notte per avere le cose in ordine, ma è stato, almeno, rispettato il termine. Quest’anno, invece, niente” spiega il professor Pietro Falcone. Tutto bloccato e ancora nulla di certo, non si ha una data di riferimento, si sa solo che per legge non si potrà aspettare oltre il sette ottobre, una data ultima a cui nessuno vorrebbe arrivare.

    “Diventa difficile lavorare bene. I primi giorni di scuola per una buona programmazione didattica sono fondamentali per il rapporto che si crea con lo studente, è dalla conoscenza dei suoi punti di forza che si otterranno poi dei risultati” continua Falcone.

    Qual è infatti il paradosso che si viene a creare? Gli insegnanti prendono servizio nell’istituto dove sono di ruolo, conosceranno allievi che poi lasceranno dopo pochi giorni quando l’avvicinamento sarà possibile. Avviano un progetto educativo che poi porterà a termine qualcun altro. Inoltre, chi arriverà in loro vece, prima di poter partire con la didattica dovrà conoscere lo studente, in pratica ci vorrà quasi Natale per sedersi seriamente tra i banchi e studiare.

    Una situazione paralizzante, che provoca solo disagi a tutti: ai ragazzi, alle loro famiglie, ai docenti, ai loro congiunti. Senza contare che i giovani che rimarranno senza il loro punto di riferimento, viste le loro difficoltà, rischiano regressioni comportamentali dovute alla situazione destabilizzante. E ancora, i disagi si estendono a livello nazionale perché se è vero che al Sud non si inizia perché non ci sono i docenti, al Nord si inizia e poi si interrompe fin quando non arriveranno le sostituzioni. Ci saranno insegnanti di fatto su carta ma che andranno via, senza però che i dirigenti possano dare altri incarichi. Tutto in barba ai diritti del lavoratori e al diritto allo studio dei ragazzi con disabilità.

     

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