Gli Ultrà Cosenza, che bella comitiva in giro per l’Italia

Una lunga storia d'amore con la squadra e per i colori

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    C’è un Cosenza che vince. Sempre. Ed è quello sugli spalti. Che sia in casa o in trasferta; che sia campionato o amichevoli, poco importa. Quel che è certo, è che i tifosi del Cosenza, non deludono mai, non facendo mai mancare il loro, incondizionato ed appassionato, sostegno alla squadra. Anche sabato, sugli spalti del “Tombolato”, gli Ultrà rossoblù, hanno scritto un’altra bella pagina di tifo, stravincendo la sfida con i padroni di casa, sia sul piano dei cori, che dell’incitamento alla squadra e della coreografia. “Essere Ultrà per vivere Ultrà”, è uno dei tanti, tantissimi slogan che, da sempre, accompagnano il cammino dei Lupi. Perchè, come recita il ritmato ritornello dei Lumpen, “questa è una malattia che non va più via”. Già, una malattia. Una di quelle da cui, si spera, di non guarire mai. Tra Cosenza e la squadra, sin dal lontano 1914, c’è un feeling particolare. Un amore che, nonostante le vicissitudini varie, non s’è mai spezzato.

    La storia degli Ultrà Cosenza, è una storia appassionante, commovente. Una storia, scritta da chi, purtroppo, non c’è più. Ma, che continua ad “ululare” dal Cielo, sventolando un bandierone. Una storia, raccontata da chi, ha cresciuto e sta crescendo nuove generazioni, a cui trasmettere la sua identica passione per questi colori; la sua stessa voglia matta di essere Lupo; la sua identica ostinazione a credere e divulgare il messaggio d’amore e di vicinanza all’essere ultrà. Attivissimi nel sociale, impegnati nella difesa di battaglie ideologiche, gli Ultrà Cosenza, sono una delle più belle realtà nel vasto panorama del tifo organizzato. Senza dimenticare gli “aficionados” della Curva Nord che, la loro mentalità ultrà, l’hanno trasferita nel calcio giocato, creando la Brutium. Un’altra gran bella dimostrazione di cosa significa essere Ultrà, di cosa vuol dire sentirsi Ultrà. Dentro e fuori il campo. I tifosi del Cosenza, nel corso degli anni, hanno dimostrato di aver raggiunto un livello di maturità e di popolarità che, poche tifoserie, possono vantare. Una prova di maturità, l’ennesima, superata a pieni voti, è stata quella di sabato 1 settembre. Quel maledetto weekend, rovinato dalla decisione dell’arbitro Piscopo di Imperia, di non dare il suo ok per far disputare Cosenza-Verona. Senza questo livello di maturità, senza questo spirito di sportività, senza questo atto d’amore per il rosso e il blù, quel 1 settembre, poteva diventare un sabato maledetto. Un sabato da dimenticare. Un sabato, “sporcato” da incidenti, delusioni e rabbia. Invece, no. Anche in quel sabato di calcio non giocato, Cosenza ha dimostrato di avere un pubblico, una tifoseria di alti livelli. Una tifoseria che, facendo un po’ di mente locale, ha invaso Pescara, colorandola di rossoblù. Sia lo scorso 16 giugno, che in quell’altra fantastica giornata, sempre di giugno, (il 26 del 1991, ndc) quando il piede magico di “San” Gigi Marulla, mandò in visibilio un’intera città, un’intera provincia, scalciando la Salernitana in serie C.

    O, l’esodo di Lecce. Quello che costò la serie A.

    O, ancora, quella spinta necessaria ed essenziale che la tifoseria diede, permettendo al Cosenza di cancellare, domenica dopo domenica, quel – 9 in classifica. Era la stagione 94-95, era il Cosenza di Zaccheroni, Marulla e Negri, era il Cosenza del capolavoro. Tecnico, tattico, agonistico. I gruppi organizzati e non del tifo rossoblù, insomma, tanto nel più lontano ieri, tanto nel più recente passato, quanto oggi, sono stati e sono sempre determinanti per i colori rossoblù. Tanto i gruppi, “traslocati” dalla tribuna A alla B, nuovo epicentro della passionale tifoseria, tanti i gruppi, rimasti fedeli alla Curva Sud, la “mamma” degli Ultrà Cosenza, sono il miglior rinforzo della e per la squadra. Sono e saranno determinanti anche in questo campionato. Un campionato che rivede il Cosenza di nuovo nell’Olimpo della cadetteria. Un ritorno nel calcio che conta, dopo quindici anni di assenza. Un ritorno alla grande. Un ritorno da Lupi. Con i Lupi e per i Lupi.

    Oggi, anche dopo la sconfitta contro il Cittadella, per gli Ultrà è già sabato. Già, sabato 22, arriva il Livorno. Cosenza, si prepara ancora una volta, a vincere. Sugli spalti e, speriamo, anche in campo.

    Carmine Calabrese

     

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