Cosenza. Autostazione, tre nigeriani denunciati per rapina aggravata

Hanno picchiato e derubato un loro connazionale. Cresce la preoccupazione e la paura tra i residenti

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    COSENZA – Terra di nessuno. Di giorno e di notte. L’autostazione è, ormai da anni, uno degli avamposti più pericolosi della città. Nonostante sia in pieno centro, la recrudescenza criminale è in continua escalation. I controlli di polizia e carabinieri, così come le perlustrazioni della polizia locale, sembrano inefficaci contro un fenomeno sempre più allarmante. Alla paura dei residenti, ormai esasperati, si frappone la preoccupazione dei commercianti, pronti a far deflagrare la protesta, se l’azione di trasloco dell’Autostazione, dovesse un giorno concretizzarsi. Furti, rapine, spaccio, la fanno da padrone. In questo spazio di civiltà, si consuma la vita di autisti, pendolari, residenti, commercianti e … delinquenti. Pronti a seminare il terrore. Già, il terrore. Quella raccontato dai residenti che, all’imbrunire, hanno, perfino, paura di mettere il naso fuori dall’uscio delle proprie abitazioni. L‘ultimo spavento, in ordine cronologico, risale a qualche sera fa. Tre nigeriani, fuggiti da un inferno, si sono trasformati in tre pericolosi demoni. Tre demoni che hanno imprigionato in una “morsa” di terrore e paura, un loro connazionale, strappandogli soldi, scarpe e cellulare. Per poi, darsi alla fuga, imboccando una delle tante traverse e scomparendo nel buio. Ma, la costellazione di occhi elettronici, attivi sulla zona, ha filmato tutto. Ha raccontato tutto. Quel tutto che, poco più tardi, il nigeriano derubato ha raccontato agli agenti del nucleo prevenzione Crimine Calabria, reparto speciale della polizia. Il nigeriano, seppur in stato di shock, ha raccontato di quei tre suoi connazionali che, dopo averlo fermato, l’hanno strattonato, picchiato e chiesto soldi. Soldi, tanti soldi. Soldi, chiesti con insistenza, come una “tassa”. Soldi, chiesti per garantirgli tranquillità. Sì, perché, in base a quanto accertato dagli inquirenti, i tre demoni, fanno parte di una gang. Una gang che gestisce il flusso dei disperati, che li controlla, che li deruba. Il giovane africano, ha tentato di difendersi. Ma, i calci e i pugni ricevuti, l’hanno sopraffatto. Il derubato è rimasto solo, per terra, stordito da quella violenza e scalzo, senza soldi e senza cellulare. I tre aggressori, rintracciati e identificati poco dopo, sono stati fermati e portati in questura. I tre, risultati con alle spalle diversi precedenti penali, sono stati denunciati per rapina aggravata.

    Carmine Calabrese

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