Il sorriso di Francesco, si è spento su un campo di calcetto

Il noto imprenditore è stato stroncato da un infarto. Lascia un vuoto. In tutti

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    Sorrisi bui. Francesco Iapicca, proprietario di un noto disco pub rendese, nonché una delle anime più conosciute della movida, non c’è più. E’ stato stroncato da un arresto cardiocircolatorio, mentre giocava con gli amici di sempre a calcetto. Francesco, raccontano tra le lacrime i suoi amici, ha fatto appena in tempo ad accorgersi di quello che gli stava accadendo. Una mano sul petto, un flebile grido di dolore, una smorfia sul volto, impallidito dalla paura e giù per terra, privo di sensi. Il tempestivo soccorso degli amici, le manovre di rianimazione cardiaca, effettuate e ripetute dai medici dell’equipe del 118, sono serviti a nulla. Francesco, è rimasto lì, fermo su quel campetto. Il calcio, infatti, tanto quello vissuto da spettatore, tanto quello praticato, per passione e per scarico adrenalinico, da amatoriale, era una delle sue grandi passioni. E, proprio questa sua passione, gli è costata cara. Gli è costata la vita. Francesco, classico esempio di bravo ragazzo, era una persona vera, autentica, per bene. Non è solo la classica “liturgia” delle frasi fatte o delle considerazioni di circostanza. Francesco Iapicca, era così. Spontaneo come i suoi sorrisi, genuino come la sua allegria, simpatico e gentile, come il suo modo di essere. Francesco, più di un anno fa, raccontano gli amici di sempre, aveva subito un delicato interventio chirurgico. Un intervento al cuore, per rimettere a posto quel suo battito “capriccioso”. L’intervento, perfettamente riuscito, l’aveva rinvigorito, facendolo ritornare, dopo un periodo di riposo e di convalescenza, quello di sempre. Allegro, spiontaneo, spiritoso, esuberante, vero. Era questo Francesco, è questo Francesco, resterà sempre questo Francesco. Dare una spiegazione alla morte, dare un senso ad una tragedia che, inevitabilmente, anche da lontano, ti colpisce, ti dilania dentro, ti commuove, sempre difficile. Se, non addirittura impossibile. Forse, il suo corpo, il suo cuore, non erano ancora pronti per reggere la goliardia di un’amichevole ed amatoriale serata pallonara. Forse, lo stress lavorativo, i pensieri personali e/o chissà cos’altro, sono stati più violenti di una pallonata in pieno petto. O forse, è stato solo il destino che ha deciso di entrare a piedi uniti sulla sua vita, prendendosela. Per sempre. Francesco mancherà e ci mancherà. Buon viaggio Francesco.

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