Grandinetti: “Politica alla ricerca di quote verdi e quote rosa”

Il coordinatore e portavoce del circolo ZonaDem di Cosenza, traccia le linee guida su una doppia tematica che potrebbe determinare una netta inversione di tendenza nello scenario politico

Più informazioni su


    COSENZA – La tanto auspicata discesa in campo dei Giovani e delle Donne. Ormai sono finiti i tempi dei falsi saggi, la “politica noStrana” se vuole veramente dare una svolta al suo percorso sociale dovrà orientare la proprio bussola verso due settori finora poco ispezionati, parliamo della presenza dei giovani e delle donne nei propri organismi e soprattutto nelle Istituzioni. Se analizziamo il Consiglio Regionale della Calabria, ad esempio, dall’ultima tornata elettorale a Palazzo Campanella una sola donna ha varcato lo scalino dell’elezione, il ché oltre a causare un grave deficit di rappresentanza fa inevitabilmente porre la questione sull’analisi del ruolo che oggi assumono nel loro territorio di appartenenza. In ogni caso, le donne continuano a ricoprire un ruolo marginale anche in altre regioni: in Basilicata, Emilia Romagna, Marche, Umbria e Puglia, ciò a testimonianza che il discorso può essere esteso sicuramente ad ampio raggio. Anche i giovani d’altro canto sembrano lontani dalla politica, disinteressati alle scelte collettive, restii a impegnarsi, in realtà è la politica dei Big che è guardinga nei loro confronti e li tiene ai margini. Se si guarda però alle giovani donne, quelle che hanno ormai sorpassato in istruzione i loro coetanei, emerge un dato da tenere d’occhio: è proprio tra i più giovani che c’è una maggiore partecipazione delle donne.

    Quote verdi e quote rosa vanno a braccetto: quanto più i giovani entreranno in politica, tanto più equa sarà la rappresentanza. E meno male che tutti, a destra e a sinistra, in campagna elettorale avevano proclamato che giovani e donne dovevano entrare in massa nei luoghi della politica. I partiti troppo spesso usano nei programmi propagandistici le parole giovani o donne, sempre con un approccio più di immagine che realmente finalizzato ad iniziative concrete di avvicinamento. Ci viene così proiettata la scena in cui alla parola politica i giovani scappano. Il Sessantotto con le assemblee piene di studenti appare dunque sempre lontanissimo e un mero ricordo. La politica è soltanto l’interlocutore finale di questo processo. Occorre pensare ad un modello di società partecipativa, si deve far capire ai ragazzi che si può incidere sulla propria vita solo facendo sentire la propria voce. Da numerosi studi condotti sulla popolazione italiana emerge come i ragazzi di età compresa tra i 18 e i 35 anni, qualsiasi sia il ceto sociale cui appartengono, avvertono chiaramente tutti i difetti della nostra società e si sentono ricordati dai politici solo durante le loro promesse, aspetto questo che non crea in loro nessuna passione per i partiti e alimenta una crescente insofferenza per la lentezza dei tempi e l’incapacità di azione.

    ZonaDem è da tempo impegnata proprio per arginare questa dura realtà, in una partita difficile sia sul piano territoriale che sul piano ideologico. La politica e le istituzioni appaiono sempre più come realtà dominate da scandali, accordi non mantenuti, giochi di potere e opportunismo, nei confronti delle quali i giovani maturano un forte senso di scetticismo: ciò li porta ad essere rinunciatari rispetto all’impegno di elettori cui vengono chiamati e alla voglia di contribuire alla crescita di una società che non li considera e non li aiuta affatto. I Giovani, poi, che tentano di accostarsi alla vita politica italiana sono così pochi e scarsamente considerati da formare una classe in concreto inesistente: da un lato infatti quelli che hanno coltivato degli ideali politici sono decisamente rari, potremmo definirli “mosche bianche” in una società dominata da valori vuoti e preconfezionati, pratiche realtà “mordi e fuggi” create ad hoc per limitare l’uso del cervello; dall’altro invece quelli che cercano di impegnarsi attivamente in politica vengono raramente ascoltati dai leader di partito, pochi dei quali sanno raramente prendere in considerazione nuove proposte. Non ci si può quindi meravigliare se molti giovani e molte donne hanno un’opinione negativa della politica, provano sentimenti di rabbia, diffidenza e noia verso la politica tanto da allontanarsene del tutto. La sfida è partita: più donne nella politica, più politica per le donne. Il ricambio generazionale è la risposta più semplice, ma da sola non basta. Una piazza che grida e manifesta è anche una che vuole risposte, che pretende di essere ascoltata, che cerca chi la sappia rappresentare con gesti semplici e concreti. Chi capirà questo entrerà in un tempo nuovo. Del resto indietro ormai è impossibile andare, davvero. Indietro non si torna!

    Alessandro Grandinetti

    Più informazioni su