Cosenza, piano di emergenza di Protezione Civile: è già scaduto da un anno

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    Se il cittadino di Cosenza volesse sapere come comportarsi in caso di calamità naturale – ad esempio un terremoto – avrebbe, al momento, come unico punto di riferimento ufficiale il Piano di Protezione Civile del 2012. Ma non scommetteteci sopra, perché il caos regna sovrano. E appresso, il vuoto assoluto. È di un anno fa, la Deliberazione di Giunta con cui si approverebbe un nuovo Piano: è l’atto nr. 162 del 24.11.2017. Il quale, tuttavia, fa riferimento al «Piano Locale di Emergenza di Protezione Civile Comunale approvato con Delibera di Giunta Municipale n°187 del 3/7/2008», ossia in piena epoca Perugini. È chiaro? Ed è esattamente quello, in realtà, l’unico Piano preesistente di riferimento, perché gli atti pubblicati sul sito ufficiale del Comune, datati 09/02/2012, non recano altro che una serie di relazioni: non è il Piano. Diciamo che il concetto di trasparenza non è proprio il pezzo forte di questa Amministrazione. Perciò nell’atto deliberativo dell’anno scorso (novembre 2017), non poteva che farsi riferimento a quello dell’era Perugini (il famoso sindaco che secondo molti non ha fatto un tubo!). Lo stato confusionale, però, non finisce qua, poiché il ghiribizzo, tutto occhiutiano, di spezzare in più parti la città, ha stravolto ogni mappatura preesistente. E non solo. Continuiamo con la deliberazione dell’anno scorso. Approvato il nuovo Piano, la Giunta rimanda al Consiglio Comunale la ratifica del medesimo. Infatti, essa «DELIBERA – di sottoporre all’esame e all’approvazione del Consiglio Comunale», tutti i contenuti del provvedimento. Non si capisce, a questo punto, che fine abbia fatto la convocazione e lo svolgimento di detto Consiglio Comunale. Dal portale delle Trasparenze occhiutiane, non è dato avere informazioni in merito. E anche del Piano non v’è traccia alcuna. Il che vuol dire che nessuno di noi cittadini sa come dovrà comportarsi in caso di emergenza. È stata organizzata oppure no una “macchina”? Dove li avete spostati i punti di raccolta? Quali e quante strade non potranno più essere percorse dai mezzi di soccorso? Perciò, l’associazione LegittimaMente ha depositato, lo scorso 20 novembre presso l’Urp, una regolare richiesta di accesso agli atti. Siamo in attesa d’una risposta. Cosa dovranno fare i cittadini, in caso di terremoto, alluvione, frane e via dicendo. Se l’è posta questa domanda il Sindaco? Se sì, il rischio è che, qui, la realtà superi ogni fantasia. Perché pur quando il Consiglio Comunale avesse approvato il benedetto Piano, questo sarebbe già scaduto: dopo manco un anno, da novembre 2017 a settembre 2018, per l’esattezza. Un Piano nato vecchio. È da ritenere che il Sindaco lo sapesse già dall’anno scorso. L’orografia urbana l’ha alterata lui stesso, mozzando i tradizionali servizi viari senza generarne di nuovi: tanto per l’oggi quanto per il domani. La cantierizzazione di Viale G. Mancini, è la chiave di volta della scadenza del Piano. A settembre arriva il cantiere e scompare, così, un’arteria, la vera nuova arteria, principale della città. Le vie di fuga non sono più quelle, né molte delle aree di raccolta sono più raggiungibili allo stesso modo previsto l’anno prima. Siamo, allo stato attuale, una sorta di topi intrappolati nel labirinto urbanistico così concepito dal genio dell’architetto Mario Occhiuto. A nulla varrebbe che l’architetto se la prendesse con la Regione, posto ch’è egli stesso il responsabile di Protezione Civile in città. Cosa accadrà dunque in caso di terremoto? Il Sindaco riaprirà viale Mancini come Mosé aprì le acque del Mar Rosso? O basteranno le parole di qualche novello profeta a dissolvere ogni problema? Saranno forse i tarocchi pagati ad associazioni e giornali a farci credere in una realtà diversa da quella ch’è sotto gli occhi di tutti? Né possiamo tacere la connivenza istituzionale dell’opposizione in Consiglio Comunale: ricordiamoci infatti che, per la cosiddetta sinistra “radical chic” – presente anche in seno all’amministrazione – Occhiuto sta facendo «cose di sinistra». Ma ricapitoliamo: il 24 novembre 2017 la Giunta Occhiuto approva il nuovo “Piano locale di emergenza di protezione civile”. Contestualmente rinvia il Piano con tutti i suoi allegati all’esame e all’approvazione del Consiglio Comunale. Approvazione di cui non vi è traccia. Piano mai più reso pubblico. Una cosa l’hanno fatta, però, un anno dopo. Esattamente lo scorso 19 novembre, la Giunta Occhiuto delibera l’istituzione dei nuovi volontari di protezione civile. La domanda, è il caso di dire, nasce spontanea: come si comporteranno detti volontari in assenza di una pianificazione? A cosa serve programmare il volontariato di protezione civile se manca lo strumento principale? Saranno forse deputati ad esortare porta a porta i cosentini al grido di “si salvi chi può”? Non ci siamo accontentati, naturalmente, di leggere tra le carte, e abbiamo cercato di saperne di più. Negli uffici locali dell’agenzia di Protezione Civile insistono: «il piano c’è». Ma non si vede.

    Associazione LegittimaMente

     

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