Bucita. CCI: “Ecco svelate tutte le bugie”

"Ignoranza o malafede? Ci hanno fatto trovare la fatidica nota della Regione"

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    CORIGLIANO-ROSSANO –Trovata la “nota”, svelato l’inganno. Ignoranza o malafede? Il dispositivo della Regione in merito al subentro delle ATO nella gestione degli impianti di trattamento e abbanco dei rifiuti, quello al centro della polemica, dice tutt’altro rispetto al castello di bugie e paure imbastito da qualche movimentista già in campagna elettorale. E sapete come ne siamo venuti a conoscenza? Perché il solito buontempone, vedendosi messo alle strette dai fatti che lo smentiscono clamorosamente, nel tentativo maldestro di trovare sostegno ad una polemica inutile, ha convocato sindacati e associazioni agricole e ambientali sottoponendogli un documento ingannevole che non trova alcun tipo di riscontro nella realtà. Ora vi diciamo come sono andati i fatti. Come è stata costruita una storia piena di equivoci e malizia. A ritornare nuovamente sulla questione nata attorno all’impianto di trattamento rifiuti di Bucita è Il coordinamento cittadino de Il Coraggio di Cambiare l’Italia. Con la speranza di chiarire e sgombrare il campo da ogni dubbio. I fatti sono molto più semplici delle astrusità che fino ad oggi qualcuno ha voluto farci credere. Il 21 Dicembre 2018 il Dipartimento Ambiente della Regione Calabria inoltra una nota (prot. N.435952) a tutti i comuni della Calabria, alle società private titolari di discariche ed impianti di trattamento rifiuti, alle Prefetture calabresi e agli organi di riferimento istituzionali e amministrativi, con la quale comunica il subentro degli Ambiti territoriali ottimali (ATO) nei contratti di gestione del ciclo rifiuti calabrese. Basterebbe questo per chiarire che si tratta di un semplice passaggio di competenze che non cambia nulla sulla struttura gestionale. Solo un dettaglio: che ogni provincia può usufruire esclusivamente degli impianti compresi nel suo territorio. Esempio: Cosenza non può andare a Catanzaro e viceversa, e così via. Ma è sull’esclusività che è stato creato il paradossale equivoco. In un passaggio della missiva che in queste ore è stata sottoposta alla firma delle associazioni sindacali, agricole e ambientaliste da chi ha imbastito questa assurda polemica, e che dovrebbe essere diramata a giorni per gridare nuovamente allo scandalo, c’è scritto che il Dipartimento Ambiente “autorizza i Comuni costituenti la Comunità d’Ambito di Cosenza all’utilizzo esclusivo e gratuito, per un periodo pari ad anni 20 (venti) a decorrere dal 01.01.2019 e sino al 31.12.2039, dell’impianto di Rossano, di tutte le sue pertinenze tecniche e dell’area su cui insiste”. Ecco dove sta l’inganno, perché non c’è niente di più falso di questo passaggio. L’esclusività riguarda l’autorità di gestione e non l’utilizzo dell’impianto. E queste non sono congetture né deduzioni ma dati di fatto. Perché nella Nota regionale è riportata anche una tabella chiarissima nella quale, rispetto all’ambito territoriale afferente l’Ato di Cosenza, vengono citati per l’utilizzo anche altri impianti, come le tre strutture di Calabria Maceri di Rende, la discarica Sovreco e quella di Celico. Insomma, rispetto all’attuale situazione non cambierà nulla e a Bucita continueranno a portare gli scarti i 34 comuni consorziati. Questa è la verità, al netto di bugie, equivoci e maliziosità di sorta che, purtroppo, portano allo scoperto i peccati politici di qualcuno che ha costruito la sua figura di paladino del nulla facendo leva solo ed esclusivamente sulle paure della gente. È questo quello che può offrire chi si candida al governo di una città come Corigliano-Rossano? Bucita non sarà la pattumiera della provincia di Cosenza. Ne siamo più che certi – concludono.

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