Il Brescia, ringrazia il Cosenza e l…’arbitro

I Lupi, nel primo tempo, mettono alla corde la capolista. Poi, Palmiero si fa male e le rondinelle ne approfittano. Discutibile la direzione della terna arbitrale

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    Dall’orbita allo … schianto. Tutto in 90 e passa minuti. Il 2-3 finale, punisce, oltremodo, il Cosenza che, dopo un trionfale primo tempo, si smarrisce nella ripresa, facendosi prendere dalla “paura”. Cosenza-Brescia, è stata una gara dai due volti. Quasi, una partita nella partita. Il Cosenza, come da copione, si presenta in campo con il solito modulo: 4-3-3. Dermaku, Capela Bittante e Legittimo, si schierano a protezione di Perina, Bruccini, Palmiero e Sciaudone, disegnano geometrie a centrocampo, mentre, in attacco, il tecnico grossetano punta su un tris tutto velocità, esplosività ed estro: Tutino, Embaslo e Baez. Il pomeriggio per i Lupi e per il popolo rossoblù, accorso ancora una volta numerosissimo per rispondere alla chiamata del cuore, si era aperto nel migliore dei modi: 2-0. Un doppio vantaggio, firmato Bruccini ed Embalo, costruito da tutta la squadra con un gioco spumeggiante, con la carica adrenalinica giusta e con la voglia di cancellare Foggia. Nei primi 45’, la differenza di classifica e di tecnica, non si è vista proprio. Dermaku e Capela, hanno messo la “museruola” a Donnarumma e Torregrossa, rendendoli inoffensivi, mentre Palmiero ha (stra)vinto la sfida con Tonali. Poi, l’infortunio di Palmiero, (ancora non è stata stabilita l’esatta entità del ko muscolare, ndc) ha costretto Braglia a correre ai ripari, inserendo Mungo e affidandogli compiti di marcatura asfissiante a centrocampo e di costruzione di manovra. Ma, nonostante l’impegno, l’ex tuttocampista della Pistoiese, non è riuscito a fare il … Palmiero. L’assenza del centrocampista napoletano, s’è sentita. Eccome, se s’è sentita. Il Cosenza, infatti, ha perso il predominio territoriale in mezzo al campo, lasciando spazio alla manovra bresciana che, non s’è fatta certo pregare e ha sfruttato gli spazi nella zona nevralgica. Poi, qualche svista della terna arbitrale di troppo, qualche “amnesia” difensiva e la solita “latitanza” dei rossobl+ negli ultimi sedici metri, hanno fatto il resto. Il gol del 2-1, realizzato da Spalek in sospetta posizione di fuorigioco, dà la carica alle rondinelle. Poi, anche Sciaudone, ci mette del suo, “agganciando” in area Donnarumma. Per l’arbitro Dionisti, non ci sono dubbi: rigore. Netto. Lo stesso capocannoniere si presenta dagli undici metri. Perina, intuisce ma, solo per una questione di centimetri, non regala un’altra magia. Due a due. Per il Cosenza, è tutto da rifare. Bragli, nel frattempo, rivede modulo e uomini, spedendo in campo Garritano e Litteri. Ma, entrambi non lasciano il segno. Anzi, Garritano si divora un gol, spedendo un pallone comodissimo tra le braccia di Alfonso che, abbraccia la sfera. La frenesia, la stanchezza, la voglia di riprendere in mano la vittoria e, forse, un pizzico di confusione tra i reparti, permettono al Brescia di arrivare in area e Bisoli pesca un diagonale da tre punti. Il “Marulla” è stordito. Dopo cinque minuti di recupero, l’arbitro suona il triplice fischio finale. Il Cosenza, resta a quota 30. Ma, ha tante colpe. Una su tutte, quella di essersi fatto troppo schiacciare, perdendo il dominio del centrocampo. La sconfitta odierna, sommata a quella di Foggia, rallenta, ma solo di poco, la corsa del Cosenza verso la salvezza. Ora, si va a Pescara. E, bisogna vincere. Per non correre rischi. Inutili.

    Carmine Calabrese

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