GRAZIANO: “RIPARTIAMO DALLA BUONA POLITICA”

Lo ha detto il consigliere regionale di Forza Italia nell'intervento al dibattito sul tema  “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, promosso da Patito Popolare Europeo

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    “E’ necessario invertire la rotta. Siamo noi chiamati a dare un’alternativa credibile a questo Governo, ripartendo proprio dal Meridione. Come? Proponendo ai cittadini un progetto politico nuovo, coraggioso e di cambiamento che ponga al primo posto un obiettivo: quello di eliminare le sacche di inefficienza nell’apparato burocratico pubblico. Ma dobbiamo essere credibili. Da classe dirigente che vuole guardare oltre dobbiamo avere il coraggio di ripartire dalla meritocrazia, ribaltando e archiviando per sempre quella politica clientelare che ha messo in ginocchio il nostro paese e particolarmente il Sud”. Così è intervenuto il Segretario questore del Consiglio regionale della Calabria e coordinatore provincialedi Cosenzadi Forza Italia, Giuseppe Graziano. L’esponente azzurro, su invito del vice presidente del Parlamento europeo, Antonio Tajani, ha partecipato al dibattito, presieduto dal coordinatore nazionale Enti Locali di FI Marcello Fiori, e svoltosi venerdì al Grand Hotel Palazzo della Fonte di Fiuggi, nell’ambito delle iniziative inserite nel programma della manifestazione politico-culturale “L’Italia e l’Europa che vogliamo”, promossa dal Partito Popolare Europeo. Graziano, in una nota ha aggiunto che “questo Governo, dati alla mano, è il peggiore nella storia italiana per le politiche per il Mezzogiorno. La questione meridionale, negli ultimi tre anni, ha fatto registrare nuove e preoccupanti evoluzioni. Dalla mobilità alla sanità, passando per l’istruzione e la cultura, sono un’infinità i diritti negati ai cittadini del Sud con la grande complicità di questo Governo. L’esempio emblematico – ha precisato – è la ormai leggendaria propaganda sulla Salerno – Reggio Calabria. Che, per come sta dichiarando da più tempo Renzi, non sarà mai completata”. Il consigliere regionale di Forza Italia conclude spiegando che “certo, i cantieri chiuderanno il prossimo dicembre, ma il presidente del Consiglio ha volutamente omesso di dire che per il completamento della A3 servono ancora 3 miliardi di euro da investire sul tratto più pericoloso dell’intero tracciato. Così come la cosiddetta “Buona Scuola” che per il sud è diventata la scuola del caos, perché per una formula del tutto incomprensibile i nostri docenti, nonostante abbiano maturato anni di precariato, sono stati costretti a trasferirsi al Nord”. (Astolfo Perrongelli)

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