Cetraro, Aieta rientra nel Pd

“Ecco perché rientro nel partito democratico. Ha vinto la ragionevolezza. La sanità ritorna alla politica!”

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    Il consigliere regionale Giuseppe Aieta, subito dopo aver appreso dell’approvazione dell’emendamento che rimuove l’incompatibilità tra il ruolo di presidente di Regione e commissario per la Sanità, ha deciso il suo immediato rientro nel Partito democratico, da cui, come è noto, si era autosospeso lo scorso 21 luglio, in aperta polemica proprio con la gestione commissariale della sanità regionale calabrese da parte del commissario ad acta Massimo Scura e del sub commissario Andrea Urbani. “Ha vinto la ragionevolezza. La sanità ritorna alla politica. Rientro nel Pd!” – ha, infatti, dichiarato Aieta, nel momento in cui è stato reso noto che era, appunto, stato approvato l’emendamento che consente ai presidenti di Regioni di diventare commissari nella Sanità, se non sono loro ad aver provocato il dissesto. Una decisione che Giuseppe Aieta ha così motivato: “Le ragioni per cui mi ero autosospeso dal Pd non ci sono più. Adesso la sanità sarà programmata da chi è stato investito dal voto popolare. È stato approvato l’emendamento che rimuove l’incompatibilità tra Presidente di Regione e Commissario per la Sanità”. Sulla sua precedente decisione di autosospendersi dal Pd avevano, infatti, pesantemente influito le discusse decisioni che i commissari Scura e Urbani, fin dal loro insediamento, avevano preso in merito alla sanità regionale, suscitando, però, in lui amarezza, preoccupazione e profonda inquietudine soprattutto per quanto gli stessi avevano deciso relativamente alla sanità territoriale. Le decisioni commissariali che coinvolgevano in modo diretto la sanità sul Tirreno cosentino avevano, infatti, pesato molto sulla scelta di Aieta di autosospendersi dal Pd “fino a quando – aveva, appunto, scritto il consigliere regionale nella lettera indirizzata, a suo tempo, al presidente del Consiglio, Matteo Renzi, al presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, al capogruppo regionale del Pd, Sebi Romeo, e al segretario regionale del Pd, Ernesto Magorno – non sarà ristabilita l’agibilità democratica a tutela dei cittadini calabresi”. L’autosospensione era, dunque, stata chiaramente motivata come diretta conseguenza del commissariamento della sanità in Calabria. In particolare, nella lettera, Aieta aveva focalizzato l’attenzione sulle vicende politiche che, in questi ultimi anni, hanno riguardato la sanità regionale, partendo proprio dalla gestione commissariale passata dal presidente della Regione Calabria, Mario Oliverio, a Massimo Scura, per l’incompatibilità del primo stabilita dalla Legge di stabilità. Secondo Aieta, inoltre, la gestione commissariale aveva prodotto scarsi risultati in merito alla qualità dei servizi sanitari. “Una produzione smisurata di decreti – aveva, a tal proposito, sottolineato Aieta nella lettera – caratterizzati da superficialità e a volte da arroganza, senza risolvere le questioni principali”- aggiungendo, subito dopo, che “Considerato, pertanto, l’estremo disagio che in qualità di rappresentanti del popolo continuiamo a vivere nei territori; venuto meno il rapporto di fiducia con i cittadini, che non distinguono più tra le condotte dei commissari e i rappresentanti politici democraticamente eletti tanto da diventare oggetto di quotidiana polemica e contestazione; consapevole della responsabilità civile e morale verso intere comunità cui non è garantito il diritto alla salute e spesso all’esistenza; comunico, con sommo dispiacere, la mia sospensione dal Partito democratico fino a quando non sarà ristabilita l’agibilità democratica a tutela dei cittadini calabresi che pretendono il sacrosanto diritto a vivere in una regione che garantisca loro una vita normale con tutte le garanzie per la loro salute”. Motivazioni ora venute meno e, quindi, immediato rientro nel partito.

    Clelia Rovale

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