‘Basta polemiche, valorizziamo il positivo che si sta realizzando’

Lo afferma, in una nota, D’Alessandro, sindaco di Rovito e consigliere provinciale all’indomani delle due manifestazioni politiche svoltesi a Diamante e Casali del Manco

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    “Il problema del Partito Democratico in Italia come in Calabria è tutto racchiuso nella credibilità della sua classe dirigente e, in questo giudizio, naturalmente includo anche il sottoscritto. O ne prendiamo atto con urgenza e decidiamo cosa fare o il futuro non sarà affatto roseo”. E’ quanto afferma, in una nota, il consigliere provinciale e sindaco di Rovito, Felice D’Alessandro, all’indomani delle due importanti manifestazioni politiche svoltesi nel corso dell’ultimo week end in provincia di Cosenza che hanno visto protagonisti il segretario nazionale dei democratici, Matteo Renzi ed il presidente della Giunta Regionale, Mario Oliverio.

    “Sia Matteo Renzi a Diamante che Mario Oliverio a Casali del Manco -sostiene D’Alessandro- hanno detto a chiare lettere che il Pd per crescere e vincere ha bisogno di uomini e donne che, pur all’interno di un legittimo e libero confronto, non perdano mai di vista il senso del rispetto e dell’ appartenenza agli ideali ed ai valori che sono alla base della nostra formazione politica. Ciò significa che bisogna definitivamente smetterla con la furia autodemolitrice e denigratoria che sta caratterizzando il dibattito interno al nostro partito e alla sinistra, mettendo definitivamente da parte guerre personali e di potere e remando tutti verso la stessa direzione per cambiare effettivamente le cose.

    Nei mille giorni di governo di Matteo Renzi sono state portate avanti iniziative lodevoli, come la redistribuzione del reddito con gli 80 euro a diecimila italiani, i tagli considerevoli alla tasse (Irap, Ires ed abolizione di Imu e Tasi sulla prima casa), i provvedimenti sulla banda ultralarga e la crescita digitale, quello sulle Unioni civili e sul divorzio breve, ma anche le norme per la non autosufficienza, la legge sul “Dopo di noi” e la legge contro il caporalato. Certo, tanto ancora c’era e c’è da fare ed in alcune riforme, come quella sulla scuola, sono stati commessi anche alcuni errori che potevano essere evitati.

    Questo, però, non giustifica il tiro al bersaglio che molti dirigenti del partito continuano a praticare contro Renzi e contro la sua maggioranza non solo per quanto è stato realizzato nei suoi mille giorni di governo, ma ancora oggi, dopo la celebrazione di un congresso nazionale in cui due milioni di iscritti e simpatizzanti hanno confermato la sua leadership nazionale. La stessa cosa vale per la Regione Calabria guidata da Mario Oliverio, anch’essa espressione del Partito Democratico.

    Partendo da sottozero e “con gli stivali nel fango”, in quasi tre anni di governo Oliverio ha avviato un processo di profondo rinnovamento, ma anche una svolta rispetto a sprechi, debiti e ad una disordinata proliferazione di strutture ed enti fuori controllo, dando ad una regione che a Roma come a Bruxelles veniva definita “canaglia”, una credibilità ed una affidabilità che sembravano impossibili. Oggi la Calabria ha sul tavolo dello sviluppo oltre 10 miliardi di euro frutto di una rigorosa programmazione e di una serrata contrattazione con il Governo nazionale e gli enti di Stato come Anas ed Rfi che stanno entrando nel sistema economico della regione, mostrando i primi frutti.

    Tra i provvedimenti più importanti assunti basta ricordare la sottoscrizione del “Patto per la Calabria”, i pesanti investimenti nel settore turistico ed in quello agroalimentare, sulle infrastrutture viarie, l’avvio dei lavori della ferrovia jonica, il completamento di opere nevralgiche per la crescita della regione quale la diga sul Menta, la realizzazione delle metro di Cosenza e Catanzaro, il 3° Macrolotto della Sibari-Roseto, l’ospedale della Sibaritide, la messa in sicurezza degli edifici strategici e delle scuole della regione, il contrasto al dissesto idrogeologico,l’approvazione del Piano regionale dei rifiuti, del piano regionale dei trasporti e potrei continuare ancora a lungo. Per la prima volta si registra in Calabria una inversione di tendenza e segni positivi di crescita”.

    “Non rivendicare e valorizzare tutto questo -continua il consigliere provinciale del Pd- non arreca un danno solo a Mario Oliverio, ma al Pd e alla sua credibilità. E sbaglia chi ritiene che la critica facile sui social network e sulla stampa contro l’attuale governo regionale, possa rappresentare il pass a prossime candidature o alla propria crescita “elettorale”. I calabresi non sono stupidi e sanno riconoscere ipocrisie, vendette personali e rancori. Altra cosa è la dialettica interna, il richiamo a cambiare o ad accelerare il passo con l’obiettivo comune di dare risposte esaurienti ed adeguate ai bisogni dei calabresi”.

    “Bisogna, pertanto -conclude D’Alessandro- cambiare atteggiamento ed invertire la rotta. Se sapremo ritrovare, tutti insieme, anche all’interno di un confronto rigoroso e serrato, i motivi della nostra unità e della nostra appartenenza, torneremo a vincere su una destra inconcludente e demagogica e rispetto ad un movimento cinquestelle populista e chiacchierone che, laddove governa, dimostra incapacità ed inadeguatezza, provocando danni e rovine immani (Roma docet). E, soprattutto, sapremo dare speranza di un futuro migliore all’Italia ed ai calabresi”.

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