Avanguardia Libera: «Stasi si è normalmente uniformato all’inettitudine del passato»

L’analisi di Graziano e Vulcano sul governo della città di Corigliano Rossano

Avanguardia Libera traccia un primo bilancio sul governo di Corigliano-Rossano. Una valutazione sicuramente insufficiente rispetto a quelle che erano le attese di “cambiamento” per la terza città della Calabria. Anzi, un vero e proprio flop, quello dell’esecutivo cittadino, che fa emergere un contrasto stridente tra le tante e belle parole proferite dai palchi elettorali con quella che, oggi, è la realtà di comune sempre più avvinghiato da vecchie e nuove emergenze. Insomma, una precarietà attuale che non preannuncia nulla di buono per il futuro.

 È questo, nella sintesi, il pensiero dei coordinatori cittadini di Avanguardia Libera, Marco Graziano e Raffaele Vulcano.

«Abbiamo fin’ora atteso di esprimere opinioni sull’operato della giunta Stasi – dicono Graziano e Vulcano – ciò sia in ossequio ad una certa prudenza che dovrebbe fare da corollario ad ogni valutazione di carattere politico, specie se espressa nel breve periodo sia anche in riferimento al rispetto nei confronti dei tanti cittadini che alle ultime consultazioni elettorali amministrative della primavera dello scorso anno si sono espressi a favore di quello che avrebbe dovuto rappresentare “la politica del cambiamento”. Tuttavia, ci corre l’obbligo, in questo momento procedere ad una prima analisi politico-amministrativa di quello che, allo stato, non può che definirsi un flop pazzesco!!!»

«Si badi – aggiungono – nessuno pretenderebbe, dopo quasi un anno di consiliatura, una risposta sui grandi temi da parte del sindaco ma un segnale di discrimine, con il passato, o per lo meno l’attenzione dovuta ai servizi minimali per il cittadino dalla viabilità al decoro urbano, dalle scuole alla sicurezza, dalla tutela del mare a quella delle contrade e delle periferie, sarebbe stato sicuramente alla portata di quella politica ci si era posti, almeno sui palchi, come in contrapposizione a quella “salottiera” ed “affarista” fatta di “personalismi” e “prime donne”, quella che, utilizzando un celebre leitmotiv dello Stasi-pensiero era la costruzione di una città normale. Orbene, di normale la città di Stasi, allo stato, non ha alcunché, anzi si è normalmente uniformata alla inettitudine delle amministrazioni passate, persino peggio della recente gestione commissariale. È normale nel gestire in maniera personalissima e nel chiuso delle stanze la cosa pubblica; è normale nel mortificare la maggior parte del personale della macchina comunale e nel premiarne i meno meritevoli; è normale nella siderale distanza creatasi tra il sindaco, ed i cittadini che ormai lo considerano un marziano fuori da qualsiasi contesto di politica sociale. Ed allora, atteso i presupposti – si chiedono da Avanguardia Libera – cosa aspettarsi dal futuro? Certo non “nu jiurn bon” perché, parafrasando Cicerone “mala tempora currunt sed peiora parantur”».