Terapia in teatro

Il centro socio-riabilitativo per disabili “Crisalide” e la terapia espressiva nel progetto “Teatral-mente”

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    Grande successo della rappresentazione teatrale del centro diurno socio-riabilitativo per disabili “Crisalide”, che la sera dell’11 novembre 2016, è andata in scena a Cosenza al Teatro Morelli, con l’opera ispirata alla biografia del Beato Francesco Maria Greco: “Io lo seguirò, Francesco Maria, una vita… una missione”. La messa in scena dell’opera è stata inserita in una “serata di beneficienza”, emozionando sino alla commozione il numeroso pubblico presente. Tra gli ospiti illustri vi era anche il Vescovo della diocesi di Cosenza Monsignor Francesco Nolè, il Vicario Episcopale Gianni Citrigno, i Sacerdoti di alcune diocesi della provincia cosentina, le Suore dell’ Istituto delle Piccole operaie dei Sacri Cuori e la signora Nina Pancaro, miracolata dal beato Francesco Maria Greco. Le parole del Vescovo hanno commosso tutti, ma hanno soprattutto descritto in pieno il senso e lo spirito di sacrificio degli operatori e dei ragazzi. In particolar modo si è soffermato sulla situazione delle persone disagiate e di quanto sia importante l’emergere dal limbo della “non considerazione” e il poter pensare anche al loro futuro, soprattutto quando non ci saranno più i loro cari ad assisterli. La rappresentazione, realizzata nell’ambito dell’attività di teatro terapia espressiva, che come sempre ha visto la collaborazione dei vari laboratori del centro diurno (arte terapia, musicoterapia, sartoria sociale, ecc.), ha lo scopo di favorire la riabilitazione, la socializzazione e l’integrazione dei soggetti disagiati (a livello fisico, psichico e sensoriale). Una realtà che da tempo si realizza sul territorio di Acri all’interno del centro diurno a valenza semiresidenziale. Il progetto, denominato “Teatral-mente”, nasce dall’esperienza di anni di lavoro sul campo, nel tentativo di favorire, attraverso la drammatizzazione, come momento conclusivo, la visibilità dei soggetti che vivono una situazione di disagio, ma soprattutto per abbattere il muro dello stigma sociale e del pregiudizio verso colui che è “diverso da noi”. L’attività di teatro terapia espressiva utilizza, appunto, un modello “artistico espressivo” in quanto ha la finalità di favorire la messa in “forma” e, dunque, l’espressione degli elementi comuni alla personalità, alla storia esistenziale ed ai contesti di appartenenza della persona, con la creazione di performance teatrali. Essa parte dal concetto che per promuovere dei processi di elaborazione, integrazione e trasformazione è necessario, innanzitutto, che l’individuo venga aiutato nella messa a fuoco dei suoi disagi, delle sue difficoltà, delle sue corazze caratteriali e dei suoi modi di relazionarsi agli altri; in altri termini, che possa definire e delineare, meglio, la sua identità prima ancora che si possa affrontare un lavoro di modellamento della stessa. Infatti, la drammatizzazione consente di elaborare, attraverso la messa in scena e l’azione, le tematiche e i vissuti rilevanti di ogni individuo. Una sorta di passaggio alla “tridimensionalità” dando forma e vita al racconto della storia personale dell’individuo all’interno della relazione con il professionista psicologo teatro-terapeuta. E’ un metodo che utilizza, quindi, la cosiddetta “psicologia del profondo”, unita alla tecnica esperienziale, ma soprattutto prendendo in considerazione le due polarità del corpo e della mente. Lì dove il corpo, più di ogni altro elemento, rappresenta il contenitore di codici culturali e schemi relazionali corporei diversi e spesso conflittuali tra loro, anch’essi culturalmente definiti. Con questo si arriva all’attivazione di processi trasformativi che permettono di affrontare la vita in una maniera più partecipata, consentendo, dunque, l’apertura verso un futuro migliore. La Cooperativa Sociale CRISALIDE O.N.L.U.S. a r.l. combatte quotidianamente, spesso da sola, per l’integrazione dei soggetti disabili mentre le istituzioni spesso restano silenti, indifferenti ed inermi a tale richiamo di sofferenza. In una società contemporanea caratterizzata da materialismo e consumismo, questi soggetti hanno spesso il triste epilogo di non essere visti da nessuno. Encomiabile è poi l’aiuto di tutti gli operatori che, collaborando nel centro diurno CRISALIDE, con passione e fede indissolubile verso la propria missione, accompagnano gli utenti verso un cambiamento per una migliore qualità di vita, così come fa la crisalide diventando farfalla. Con questo si vuole lanciare un urlo d’aiuto, che possa non restare sordo, a tutte le istituzioni pubbliche in modo che possano sostenere e mantenere in vita tali realtà per non lasciare queste persone mai più sole.

    Alessandra Aggazio

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