Riapre l’ospedale di Praia a Mare

E’ una vittoria dei cittadini e di un territorio bistrattato

Più informazioni su


    La chiusura dell’ospedale di Praia a Mare era stato un vero e proprio scippo al territorio. Collocato al confine con la Basilicata, aveva servito per anni un’utenza proveniente da più regioni, fino a quando un discutibile piano di riordino non lo aveva lentamente, inesorabilmente declassato, privandolo delle attività di ricovero e chirurgia. Ciò aveva comportato disagi incommensurabili per gli ammalati, costretti a rivolgersi alle cliniche private di Belvedere Marittimo o ai nosocomi di Cetraro e Paola, distanti oltre 50 km. Scelte motivate più da meri calcoli politici ed elettoralistici, che dalla volontà di mettere mano in un settore, come quello della Sanità, vero grande malato cronico, per contenerne spese e disavanzo. Un ospedale pubblico in meno, benché di frontiera, favorisce giocoforza altri nosocomi o il privato. Ma, una volta che i vari reparti iniziavano a essere smantellati, il personale medico e paramedico veniva spostato altrove e i vari servizi negati ai pazienti. Erano nati così comitati di cittadini, con al fianco i sindaci del comprensorio – particolarmente impegnati quelli di Praia a Mare, Antonio Praticò, di Tortora, Pasquale Lamboglia, e in misura più o meno simile anche gli altri dei paesi vicini.

    Ricorsi persi, quello al Tar del 2012, di contro sentenze del Consiglio di Stato dall’esito positivo, dimissioni del commissario ad acta, manifestazioni pubbliche, alcune delle quali avevano visti i cittadini esausti aggredire verbalmente gli esponenti politici presenti, ora danno meglio l’idea dell’impegno profuso in questa battaglia e della capacità di coordinare le forze, evitando le divisioni ideologiche. Un ospedale è di tutti e tutti devono difenderlo. Come spesso accade, però, in circostanze simili, partiti o loro rappresentanti, che avevano contribuito o chiuso un occhio sulla sua chiusura, in un secondo momento hanno iniziato a prendersi meriti, e a volte i fischi, perché le varie passerelle sono state gradite davvero poco e la gente ha continuato da sola in una lotta che ha avuto i caratteri di una lotta per la vita. Ed è così che l’alto Tirreno cosentino, più o meno insensibile di fronte ad altre problematiche, specialmente a quelle ambientali o criminali, posto di fronte al rischio reale di perdere un presidio sanitario come quello di Praia a Mare, ha saputo reagire, senza demordere o lasciarsi abbattere dai tanti eventi deludenti verificatesi in questi lunghi anni. Ora l’ospedale riaprirà, ne sono tutti convinti, a iniziare dai sindaci Praticò e Lamboglia; qualcuno avrebbe giurato che questo giorno non sarebbe mai arrivato, il cinismo di altri quasi lo sperava: staremo a vedere se questa volta le richieste di un territorio già abbastanza bistrattato saranno accolte, a dispetto però dei morti persi per strada, magari lungo la SS 18, durante una qualunque di queste ultime estati.

    Tania Paolino

    Più informazioni su