Associazione Gianmarco De Maria: un progetto di solidarietà foto

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L’Associazione Gianmarco De Maria costituita l’8 marzo 2002 in memoria del piccolo Gianmarco, opera nell’ospedale cosentino fin dalla sua fondazione. Scopo principale dell’organizzazione è l’assistenza tramite le diverse articolazioni della sua struttura, ai piccoli degenti ricoverati presso l’ospedale civile dell’Annunziata di Cosenza e ai loro genitori in un periodo particolare della loro vita familiare.

I servizi offerti vengono erogati tramite la struttura della casa accoglienza “La Casa di Giusy” e con le attività dei volontari di reparto, organizzate nei gruppi Camici Colorati, Con Mamma e Papà, Clown di corsia Cucusettete, Creativi del Laboratorio di idee, Donatori di sangue e emoderivati Donare è un gioco.

Chiediamo a Franco De Maria che ricopre il ruolo di Direttore dell’Associazione di descrivere le principali attività e i progetti in corso della sua associazione:

Quanti Volontari operano all’ interno delle diverse articolazioni?

“Dal libro dei soci ne risultano 106, suddivisi nei servizi sopra citati. Sembra quasi che si scelga il servizio anche in base all’età. I più giovani preferiscono il servizio in reparto dei Camici Colorati e del gruppo clown. Quelli più grandi optano per il servizio in casa e nel gruppo Con Mamma e Papà, un gruppo, quest’ultimo, ad esclusivo servizio dei genitori. Ma non è una regola fissa. È prevista anche la possibilità di interscambio di servizio tra i gruppi. È una possibilità di ulteriore crescita personale dei volontari”.

Come si prepara un operatore e che percorso di formazione segue?

“Nel momento della richiesta formale di far parte dell’Associazione, il “potenziale” volontario viene invitato a partecipare ad un primo incontro di formazione, in modalità “full immersion”. Un fine settimana intenso in cui si pongono le basi di quello che sarà (se sarà) il futuro volontario. Successivamente, anche con l’aiuto e il discernimento dei volontari anziani, viene inserito in uno dei gruppi. Da quel momento si inserisce in un percorso di formazione permanente che durerà tutta la “vita” del volontario nella nostra organizzazione”.

Ci descrivi La casa di Giusy, cosa offre la struttura e come è possibile usufruire dei suoi servizi?

“La casa accoglienza è un servizio attivo dal 2003. Oggi, nella grande Casa di Giusy, le regole non sono cambiate. Bisogna avere un figlio ricoverato in uno dei reparti del Dipartimento infantile dell’ospedale cosentino (pediatria, oncoematologia pediatrica, chirurgia pediatrica, neonatologia e ostetricia). Di recente, l’accoglienza è stata allargata anche ad altri reparti, non necessariamente pediatrici, dipende dalla disponibilità dei posti. Basta una telefonata allo 0984 23604 e accettare alcune banali regole di “buon vicinato”, non fumare nella struttura, non mangiare in camera e, per quanto possibile, provvedere a mantenere in ordine la propria stanza.”

Il sorriso ad un bambino è il più grande regalo che si possa donare al piccolo durante la degenza ospedaliera, a questo ci pensa il gruppo clown Cucusettete, come operano all’ interno del reparto pediatrico?

“Spendono la preparazione acquisita, in momenti formativi faticosi e divertenti, nelle corsie ospedaliere. Gags, giochi di magia, giocoleria accompagnati da costumi colorati e variopinti. Improbabili personaggi che colorano e rendono chiassosa la loro permanenza in reparto. Giocano con se stessi e con chiunque gli capiti a tiro. Non fanno eccezione medici e infermieri, o semplici passanti. Ma c’è da dire un’altra cosa: il sorriso del bambino non si limita solo al momento del gioco o della gag con i clown, ma si estende a tutti gli altri servizi associativi. A ben vedere se il bambino è sereno, i genitori sono più tranquilli e nello stesso tempo se sorridono papà e mamma, il bambino ne risente positivamente e se il clima che si crea intorno al nucleo familiare è capace di strappare un sorriso ad entrambi, anche la terapia ne avverte gli effetti positivi (e sono tutte esperienze provate e validate scientificamente). Così come sapere che, mentre la mamma dorme vicino al bambino in ospedale, il papà è accolto in una casa a due passi dall’ospedale tutto diventa (per quanto la malattia lo renda possibile) più facile.”

L’emergenza Covid19 ha purtroppo bloccato di fatto le attività dei volontari, che programmi avete per l’eventuale prossima ripresa delle attività?

“Abbiamo anche noi utilizzato lo smart working grazie alle piattaforme online, in modo da non abbandonare completamente le attività. E siamo rimasti in contatto attraverso i social. Siamo stati la prima associazione a sospendere le attività in ospedale, già dal 24 febbraio scorso, per un eccesso di precauzione verso i nostri ragazzi, gli operatori e le famiglie in ospedale. La casa ha continuato comunque a funzionare, anche se i ricoveri sono stati notevolmente ridotti.

La Segreteria di contro ha, se possibile, aumentato il suo lavoro, non fosse altro per seguire tutte le fasi di due ricoveri presso il Bambino Gesù di Roma di nostre “ragazzine” in attesa di trapianto di midollo.

Per il rientro, non tutto dipenderà da noi, aspettiamo indicazioni (oltre che dalla politica, nazionale e regionale) dalla Direzione Sanitaria. Sicuramente, e gradualmente, sarà un rientro all’ insegna della festa e del recupero del tempo perduto.”

Dove è possibile recuperare info e contatti per coloro che vogliano avvicinarsi alla vostra associazione e diventare volontari?

“Uno dei veicoli più utilizzati di recente sono i social, Facebook in particolare. Basta andare sulla pagina dell’Associazione Gianmarco De Maria e lasciare un messaggio. Oppure scrivere un’email a: info@gianmarcodemaria.it oppure chiamare al n. 0984 23604 (e, in questo periodo, insistere un po’). Consiglierei di dare un’occhiata anche al sito: www.gianmarcodemaria.it”

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