Pallavolo C maschile. Bisignano batte un Montalto nervoso e autolesionista

Sul parquet di via Popilia, una gara splendida viene rovinata da un nervosismo assolutamente sproporzionato in una gara ancora apertissima. E il pubblico si adegua

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    GLS MONTALTO VOLLEY – SAN VINCENZO SAL. BISIGNANO: 1-3 (19-25, 25-20, 19-25, 23-25)

    Montalto: Bozzo (1 punto), Fiorino (3), Iannace (23), G. Rota (9), Zingone (cap., 3), Falbo (3), Pulice (8), Faragalli (2), Lofaro (1), Aiello (L), Mazzuca, Lupia. All.: G. Rota.

    Bisignano: Esposito (3), Federico (24), Caputo (8), Meringolo (14), Brindisi (10), Ferraro (10), Balestrieri (2), Gallo (1), Iaquinta, De Marco (L), Cozzolino, Pignataro, Ritacco (L2). All.: R. Amodio.

    Arbitri: Luigi Piccione e Gaetano Mazzuca di Cosenza. Note.

    Ace: Montalto (3), Bisignano (3). Err./Batt.: Montalto (7), Bisignano (12). Muri: Montalto (8), Bisignano (11).

    Durata della gara: 2 ore e 8 minuti.

    Partita difficilissima o facilissima da raccontare, dipende da come la si vuole guardare: dal punto di vista tecnico o da quello della psicologia? Forse sarebbe meglio dire che questo tre a uno a favore del San Vincenzo Salumi Bisignano sul Montalto andrebbe divisa in tre atti, come negli spettacoli teatrali. Il primo atto è il primo set, in cui Montalto era con la testa ancora nello spogliatoio e Bisignano in partita con tutti i suoi giocatori. O quasi. Le formazioni. Montalto, sempre alle prese con la non-presenza di Gravina, decideva di gestire la “coperta corta” del proprio organico ridotto mettendo, in diagonale con il palleggiatore Bozzo, Kevin Fiorino. L’intento dell’allenatore-giocatore, Giuseppe Rota era di tenere lo schiacciatore Pulice in panchina per averlo come primo cambio su tre titolari: sullo stesso Fiorino, su Iannace oppure su se stesso. Il Bisignano, invece, presentava la novità che avevamo annunciato un paio di settimane fa: il ritorno in campo, come libero, di Massimino De Marco. Anche qui, l’intento era di avere un cambio pronto (Balestrieri) per Meringolo o Caputo, qualora i due ragazzi avessero avuto problemi sul servizio avversario. La diagonale palleggiatore opposto era sempre Esposito-Federico e i centrali Ferraro e Brindisi. Presentando la gara, avevamo detto che avrebbe vinto la squadra capace di ammorbidire le proprie carenze più che quella capace di mettere in difficoltà l’avversario. Alla fine, stringi stringi, così è stato. Ma andiamo con ordine. Il problema principale, col Cetraro, sette giorni fa, era stata la ricezione, con conseguente poco uso dei centrali, che per il Bisignano sono fondamentali. La ricezione andava subito bene, anche se Montalto evitava di battere sul libero, e Bisignano andava sull’uno a zero, anche se Federico non era ancora in partita: 2 su 9, per lui, è uno score davvero insolito. E passiamo al secondo atto, il più bello. Nel secondo set, per i primi minuti, Montalto presentava la stessa formazione del primo parziale, ma dopo che gli avversari sembravano prendere di nuovo il largo, Rota si decideva a far entrare Pulice come opposto, pensando che fosse meglio l’uovo oggi che la gallina domani. Il set lo vinceva il Montalto, fra gli applausi del suo numerosissimo pubblico, che ormai ha imparato a seguire sempre i propri beniamini. La partita era diventata bellissima, con scambi applautissimi e belle giocate. La bravura del Montalto era stata proprio quella di meritarsi il pareggio poggiando il peso dell’attacco solo sui due schiacciatori: Rota e Iannace. Sul terzo set, vinto dal Bisignano, diciamo che è stato, secondo noi, il più bel set giocato dalle squadre di pallavolo che si sono alternate sul parquet di via Popilia in questi primi mesi di campionato. Anche in altre gare, si erano viste belle cose, ma sempre per merito di una squadra che dominava sull’altra. Oggi no: Bisignano e Montalto hanno onorato la pallavolo con carattere e tecnica. Gli ospiti prendevano il sopravvento nel punteggio, ma il gioco c’era da entrambe le parti. La differenza la faceva la capacità del Bisignano nel cambio palla: 4 su 4 per Federico e 3 su 3 per Meringolo, con Balestrieri, entrato su Caputo, che chiudeva in modo perentorio il parziale. Ed eccoci al terzo atto di cui si parlava all’inizio: il quarto set. Se ai lettori serve sapere come si fa a darsi la zappa sui piedi e “suicidarsi” tecnicamente, può chiedere ai giocatori montaltesi e ad una parte dei tifosi. Il pretesto? Una palla dubbia sul 2-2 del quarto set. Avete letto bene: non sul 22-22. Su attacco di Iannace murato da Federico, la palla cade verso il campo del Bisignano. Il primo arbitro, dal lato opposto della rete, assegna il punto al Montalto, fra le proteste dei giocatori del Bisignano, che chiedono lumi al secondo arbitro: per lui (e per altri sulla tribuna) la palla era caduta sul piede proprio di Iannace, prima di toccare terra. Il punto è del Bisignano: 3-2. Le proteste, ora, cambiano campo. Il dirigente accompagnatore (nonché Presidente) urla contro il secondo arbitro (dalla tribuna è impossibile tradurre il labiale) e lo stesso fa un gruppo di spettatori, sporgendosi dalla balaustra: “rosso” e si va sul 4-2 per gli ospiti. Domanda: ne valeva la pena? Il nervosismo, come sempre, danneggia chi protesta di più e così succede anche oggi. Il Bisignano, tra belle giocate ed errori, si stacca fino al 10-5. Attacco del Montalto che finisce fuori, ma Iannace e compagni chiedono il tocco a muro, che (vero o non vero) gli arbitri non vedono. Le proteste, stavolta sono ancora più plateali, portando all’espulsione di Rota (sostituito da Faragalli) e del dirigente in panchina. Montalto lotta con le unghie e coi, denti, ma gli avversari sono assai più lucidi. Con Federico e Meringolo e la regia di Esposito prendono quel margine di vantaggio che non sarà più colmabile, anche se il cuore dei giocatori porta il punteggio fino al 23-24. Non sappiamo come sarebbe finito il set con i due punti assegnati al Montalto anziché agli avversari, ma possiamo dire con certezza che, con una capacità maggiore di tenere a bada i nervi, il Montalto visto nel secondo e terzo set era perfettamente in grado di giocarsi le proprie carte fino alla fine. Un passo indietro nella crescita della squadra, dell’allenatore e del pubblico al seguito: questa non è la strada giusta per arrivare in alto. O lo si capisce subito o si resterà una meteora. Riflettiamoci tutti.

    Sergio Lionetti

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