Trapani-Cosenza, i 90 minuti più intensi di un’intera città

Mancano otto ore e mezza al fischio d’inizio

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    Come una finale. Mundial. La Cosenza calcistica, quella che vive il “pallone” sette giorno su sette, quella che crede nel “pallone” come e più di una fede; quella che parla di “pallone”, come se fosse una, la sola, ragione di vita, è in tensione. Alle 20:30, quando il fischio d’inizio darà il via a Trapani-Cosenza, la città diventerà silenziosa. Radioline accese, pc collegati, tutti alla ricerca di una “connessione” per entrare in Trapani-Cosenza, per vivere Trapani-Cosenza, per sentirsi protagonisti di Trapani-Cosenza. Da ieri, infatti, non si parla d’altro. Trapani-Cosenza è come una finale di un mondiale. Una sfida, appassionante, da dentro o fuori. Una partita che vale più del passaggio del turno. Vale, un’intera stagione. Vale, il “passaporto” per un sogno, vale il “timbro” per arrivare fino a Pescara. E, Pescara, ha un sapore particolare, per Cosenza e per il Cosenza. Come dimenticarselo, l’anno dello spareggio per restare in B. Come dimenticarselo quell’esodo verso “l’Adriatico”, come dimenticarselo quel destro di Marulla, come dimenticarselo quella “partita” vinta, stravinta, combattuta, vissuta sul campo e sugli spalti. Come dimenticarselo quell’orgoglio di sentirsi un “Lupo”, di essere un “Lupo”, di esserci con, per e tra i “Lupi”. Trapani-Cosenza, a distanza di anni da quel Cosenza-Salernitana, ha lo stesso sapore. Ha la stessa intensità. Ha lo stesso significato. Alimentare un sogno, nutrire un sogno, vivere un sogno. Il Cosenza di Braglia, arriva alla sfida di stare con l’autostima a mille, l’orgoglio carico, il cuore a palla e la consapevolezza di avere due risultati su tre, su cui poter puntare. Ma, ci arriva anche con la certezza di essere più carico, mentalmente, fisicamente, psicologicamente. Quel micidiale “gancio” di Tutino e quel preciso “montante” di Okereke, hanno colpito in pieno volto il Trapani, facendolo barcollare, stringendolo all’angolo. Solo grazie a quel “tocco” di Polidori, i siciliani non hanno gettato la spugna. Trapani-Cosenza riparte da quel 2-1. Braglia per la sfida di stasera, non ha ancora deciso che squadra schierare. Conoscendo la sua meticolosità tattica, il suo credo tecnico e la sua passione per gli equilibri, più psicologici che fisici o agonistici, il tecnico toscano non ha ancora dato a nessuno dei suoi uomini certezze precise. Il Cosenza, probabilmente, giocherà una gara d’astuzia. Una gara nella quale, cercherà di sfruttare il minimo errore dei padroni di casa, per colpire. Alla vecchia maniera. Di rimessa. Anche il popolo rossoblù è in fermento. I soliti, irriducibili, encomiabili, straordinari, passionali, spettacolari tifosi dei gruppi organizzati di Tribuna A e di Curva Sud, si sono “imbarcati” sull’ennesimo traghetto per un sogno. Che sa di passato, che sa di vissuto, che sa d’amore. Rossoblù. E, allora, mancano appena otto ore e mezza. Sembra tanto, sembra poco, sembra un’eternità. Ma, la Cosenza calcistica, sa bene che “questa è una malattia, che non va più via”.

    Carmine Calabrese

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