Calcio serie B. Il Cosenza s’inceppa anche contro il Perugia

I Lupi, partono bene. Poi, però, nella ripresa calano. Gli umbri trovano un punto d'oro

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    COSENZA – Altri due punti. Persi. Altri due punti, gettati al vento, per inesperienza, per approssimazione tecnico-tattica e per decontrazione collettiva. La partita contro il Perugia, doveva essere quella della svolta, quella della prima vittoria. E, invece, finisce come le precedenti, con un pareggio che, non serve alla classifica, non aiuta il morale, non soddisfa l’autostima. E, soprattutto, il pubblico. Da applausi, straordinario. Ancora una volta, il Cosenza si fa imporre un pari, più per demeriti propri che, per merito degli avversari. Eppure, dopo appena 13’, la gara sembrava aver imboccato lo svincolo giusto: grande azione di prima iniziata da Corsi, proseguita da Garritano che, serve un pallone a Maniero che, va solo calciato dentro. Gol. La gara, sembra essere in discesa. Il Perugia, apparso mentalmente scarico e con il morale in apnea, accusa il colpo e si espone sovente al rischio di prendere anche il secondo. Che, solo per un errore di valutazione dell’arbitro, non arriva. Il fallo di mano del difensore umbro, appare evidente, non per il fischietto di turno che, tra le proteste generali, dice che è tutto ok. Il Cosenza, gioca ma, sembra farlo sempre con il freno a mano tirato.

    Nemmeno gli accorgimenti tattici di Braglia, sono stati efficaci per “guarire” i Lupi, dai limiti. Non tanto fisici ma, soprattutto, mentali. Sì, perché, il Cosenza, anche sull’1-0, sembra accontentarsi, pensando di saper gestire il vantaggio. Anche il secondo tempo, non fa vedere grandi cose, se non il fatto che il Perugia, alzando il baricentro e nell’intenzione di recuperare lo svantaggio, prende meglio le misure del campo e sembra più volitivo e più lucido dei padroni di casa. E’, forse, proprio questo il più grave errore del Cosenza, quello di non cercare, con insistenza, il gol della sicurezza. E’ successo ad Ascoli, è ricapitato contro il Livorno e si è verificato anche in queste prime giornate di campionato. Forse, è una questione di “rodaggio”. Il Cosenza, sembra entrare in un atteggiamento di paura, paura di vincere, un atteggiamento, soprattutto mentale e caratteriale, che fa deconcentrare i Lupi.

    Maniero, anche oggi ha dimostrato di poter far reparto da solo. Segna, fa salire la squadra, difende palla ma, alla fine, è solo. Tutino, corre, lotta ma, oggi, non è stato incisivo. Stessa cosa, dicasi per Mungo, Palmiero e Garritano. Forse, questo Cosenza, o meglio Braglia, dovrebbe lavorare di più sull’aspetto della concentrazione, della cattiveria agonistica e della malizia. Che, spesso, vale più della fortuna, della bravura, della forza. Tre punti in cinque partite (esclusa quella non giocata e persa contro il Verona, ndc) sono troppo pochi per una squadra che, sì ha come obiettivo primario quello di salvarsi, ma che non può permettersi di gettare al vento tutte queste ghiotte occasioni. E’ un peccato. Il campionato, ancora lungo, strizza l’occhio ai Lupi. A patto, però, che si trovi, al più presto, la cura per fermare quest’”emorragia” di punti. Da martedì, bisognerà pensare al Carpi. A come fermarlo. A come batterlo. Senza distrazioni, senza cali di concentrazione. E, senza gettare altri punti, al vento.

    Carmine Calabrese

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