Verona-Cosenza, cronaca di una gara “romantica”

I Lupi agguantano un pari spettacolare. Il 2-2 vale come una vittoria. Trinchera lavora per completare la campagna rafforzamenti.

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    Che cuore, che coraggio, che Cosenza. Ci sono partite che sono destinate a rimanere nella memoria. Dallo storico 4-3 di Italia-Germania, all’emozionante 2-2 di Udinese-Cosenza, acciuffato in nove, all’entusiasmante 2-2, strappato con l’orgoglio ieri a Verona. Il Cosenza, ieri, per grinta, per determinazione, per coraggio, per attaccamento alla maglia, per senso di appartenenza, ha entusiasmato e commosso, ha fatto sentire, tanto gli straordinari 400 ultrà al seguito di Corsi e soci, tanto chi è rimasto, fino al triplice fischio finale, incollato davanti alla tv, orgogliosi di essere “Lupi”. Il 2-2, vale più del punto conquistato, vele come e più di una vittoria. E’ stata la vittoria del gruppo, è stata la vittoria dei singoli, è stata la vittoria di Braglia. Questa squadra, assomiglia, sempre più, al suo tecnico. Chi si aspettava un Cosenza, attendista, pronto ad offrirsi agli scaligeri come vittima sacrificale, è rimasto spiazzato dalla “follia” tattica di Braglia che, ha disegnato una squadra a vocazione offensiva, schierandola con uno spregiudicato 4-2-4 che, ha messo paura anche ai padroni di casa.

    Sul 2-0, qualunque squadra, avrebbe sentito il peso della batosta, avrebbe smesso di giocare e di crederci, avrebbe mollato. No, il Cosenza, è rimasto con la testa alta e la schiena dritta e, c’ha creduto. C’ha pensato Sciaudone, innesto di questa finestra di mercato, a dare ossigeno alla rimonta, “bucando” Silvestri con un colpo di testa. Un colpo bellissimo. Per elevazione, per forza, per esecuzione. Un gol, salutato con un’esultanza alla Ronaldo. Il Cosenza, sulle ali di un ritrovato entuasiasmo, c’ha creduto, ha spinto sull’acceleratore e ha trovato il pareggio. Con Idda. Ha anche “rischiato” l’en plein. Solo per questione di centimetri, solo per questione di precipitosità, solo per una “svista” della terna arbitrale, non è riuscito a mettere la freccia e scatenare l’apoteosi. Il pari, come detto, vale come una vittoria. Il 2-2, è nei guantoni di Perina, tornato ad essere l’Uomo Ragno che conosciamo, è nella monumentalità di Dermaku, sempre più leader di questa retroguardia, è nella caparbietà di D’Orazio, è nella mobilità di Tutino, è nella pericolosità di Perez, è nell’amalgama e nella solidità di una squadra che, non ha paura di nessuno.

    Se, proprio, bisogna trovare qualcosa di negativo, bisogna evidenziare il “calo” di Maniero, la timidezza di Embalo o la discontinuità di Mungo. Ma, faremmo un torto al Cosenza, faremmo uno “sgarbo” a questi calciatori. Questo pari, spinge il Cosenza a 21 punti, facendolo, ulteriormente, allontanare dalla zona rossa. Il Foggia, caduta in casa, il Carpi scivolato a Cittadella, il padova “annegato” a Venezia, hanno dato una mano ai Lupi. Sabato, arriva il Cittadella. E, sarà un’altra battaglia. A vincere. Per quanto riguarda il mercato, il diesse Trinchera continua a lavorare sul potenziamento della squadra. Il terzino destro Bittante, così come l’ariete Litteri, hanno quasi il rossoblù addosso. Ma, fino alle 20 del 31, tutto può succedere. Il Cosenza, c’è. Il campionato è avvisato.

    Carmine Calabrese

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