Tutela delle minoranze linguistiche. Il Centro “Pascale” a Teramo

Una delegazione dell’associazione occitana di Guardia Piemontese ha partecipato ad un meeting con 65 delegazioni di tutto il mondo

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    Il Centro culturale “Gianluigi Pascale” a Teramo per la tutela e la valorizzazione della lingua e della cultura occitana. Una delegazione dell’associazione occitana di Guardia Piemontese, che dal 2011 ha riaperto il centro curandone gli aspetti di laboratorio e quelli museali, ha partecipato dal 12 al 16 dicembre alla X edizione del Convegno internazionale Giornate dei Diritti linguistici “Valutare le politiche linguistiche: quali obiettivi, criteri, indicatori?”, organizzato a Teramo dalla locale università, da quella di Girona e dall’associazione LEM-Italia (Lingue d’Europa e del Mediterraneo). Un meeting internazionale al quale hanno preso parte ben 65 delegazioni da tutto il mondo per verificare lo stato delle politiche linguistiche, ovvero le prassi che volendo tutelare le differenze linguistiche e i valori culturali che sottendono alla parola, garantiscono la tolleranza e il rispetto dei diritti umani. In un contesto di approfondimenti, nel quale sono emerse proposte come la creazione di un Osservatorio delle politiche linguistiche in Abruzzo che riguardano l’Italia, l’Europa e il Mediterraneo, il centro culturale guardiolo, che partecipa all’iniziativa abruzzese da quattro anni, ha trovato uno spazio di ascolto e d’interazione con una più ampia comunità di valorizzazione delle minoranze linguistiche entrando a far parte della rete della prestigiosa organizzazione “La Reinaissance française”, fondata nel 1915, e di cui è divenuto presidente Giovanni Agreste, docente della facoltà di Scienze politiche dell’ateneo di Teramo e promotore della decennale iniziativa. Ce ne ha parlato con entusiasmo e vivacità Fiorenzo Tundis, referente per il museo dell’associazione occitana di Guardia, prevedendo un interessante scambio di esperienze anche con altre realtà minoritarie oltre a quello ormai consolidato con le valli occitane del Piemonte. D’altra parte, per quanto riguarda le iniziative locali sono in cantiere diversi progetti, come quello per il recupero dei sentieri percorsi dai valdesi tra il 1300 e il 1500 e quello, in itinere, di dialogo interreligioso. Nel corso della seconda giornata dei lavori a Teramo, Tundis ha presentato, in particolare, gli abiti femminili, frutto di lavoro certosino di recupero del filato e delle forme originali. Un lavoro di laboratorio artigianale, di cui è referente la moglie, Tina Galderisi, e che promette ulteriori sviluppi conoscitivi e tecnici per il quarto distretto della tavola valdese, presente in Calabria, e di cui è presidente Beatrice Grill, residente a Messina. E se è vero che la lingua non è un semplice orpello, perché mantiene la vitalità tradizionale promettendo una crescita della coscienza civile, la minoranza occitana di Guiardia Piemontese si presenta come un campo di studio privilegiato in prospettiva sociolinguistica, così come dimostra un recente studio di ricerca di Irene Micali, dell’Università di Firenze, che ha destato l’attenzione dell’Accademia della Crusca e di diverse università europee.

    Francesca Rennis

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