Il gatto torturato coi petardi. “La comunità è offesa e indignata”

Portavoce del sentimento cittadino il sindaco del Comune di Tortora, Pasquale Lamboglia, esprime la sua indignazione per la crudeltà inferta ad un gatto nel centro storico di Tortora nei giorni tra Natale e Santo Stefano. Il gatto era stato rimpinzato di petardi e presentava una serie di bruciature, causate dallo scoppio dei petardi. «Una comunità offesa e indignata – così si esprime il primo cittadino – per il gesto crudele nei confronti di un povero animale. Il barbaro episodio ha profondamente turbato tutta la cittadinanza ma non può ledere il senso civico di un’intera comunità esposta, suo malgrado, alla gogna mediatica. L’amministrazione comunale – dichiara ancora Lamboglia – è venuta a conoscenza dell’accaduto tramite i social ed ha sporto regolare denuncia». Oltre alle indagini dei carabinieri, stanno lavorando sul caso anche gli agenti di polizia locale, intenti a raccogliere e verificare le segnalazioni sul posto. «L’amministrazione si augura – ha sottolineato il sindaco – che tali informazioni arrivino al più presto ed aiutino ad individuare i responsabili di un gesto così efferato. Atti del genere non appartengono alla cultura della nostra comunità, profondamente offesa da tale gesto». Come si ricorderà il maltrattamento degli animali è un reato previsto dall’attuale giurisprudenza che prevede una punizione con la reclusione da 3 mesi a 18 mesi o con la multa da 5 000 euro a 30 000 euro. Infatti, la legge 20 luglio 2004, n.189, recante “Disposizioni concernenti il divieto di maltrattamento degli animali, nonché di impiego degli stessi in combattimenti clandestini o competizioni non autorizzate”, ha profondamente modificato l’assetto normativo in tema di animali, producendo una modifica nel Codice penale. Dopo il titolo IX è stato infatti inserito il titolo IX-bis “dei delitti contro il sentimento degli animali”.

Francesca Rennis