‘Nel Pd è terminato un percorso, ora spazio al rinnovamento generazionale’

Il consigliere regionale di Dp, Giuseppe Giudiceandrea: “A Cosenza è stato un errore grave non consentire a Paolini e a chiunque altro avesse voluto, di confrontarsi con le primarie”

Più informazioni su


    “La ricollocazione correntizia è un esercizio che non si impara adesso. Ricordo da sempre che questo valzer ha sempre caratterizzato le fasi congressuali e precongressuali del partito democratico. Non ci vedo, mi creda, davvero nulla di nuovo”. Giuseppe Giudiceandrea, consigliere regionale di Democratici e Progressisti, intervistato da cosenzainforma, analizza le vicissitudini che sta attraversando il Pd.

    Al Lingotto si è avuta la conferma che il Pd sia alla ricerca di una unità perduta da tempo. Il partito è scollato e in molti ritengono responsabile di tutto ciò Matteo Renzi. Lei non sei stato a Torino, tuttavia avrà seguito il dibattito. Quale è la sua opinione?

    Ritengo che un partito che, nonostante le difficoltà attuali della politica in genere, riesce a mantenersi forza di governo, a realizzare riforme ed a guardare al futuro con grandi speranze, non possa dirsi scollato e privo di unità.Certo sarebbe impensabile, cadute le grandi ideologie, che un partito popolare e di massa come il Pd non contenga al suo interno anime e correnti variegate e non del tutto uniformi. Ma se ci pensa bene, questa è una ricchezza: il pluralismo è preferibile all’unanimismo sciocco, sempre.Io non sono stato al Lingotto, così come non ho mai partecipato ad una Leopolda. Raramente sono stato avvistato a Roma per vicende legate al partito. Resto sul territorio, tanto a Roma c’è chi lavora per noi, e lo fa meglio di me.

    Al Lingotto non hanno partecipato gli esponenti di Dp (Democratici e progressisti, il gruppo fondato dagli scissionisti) tuttavia il simbolo esiste già da qualche anno, tra l’altro leiè un esponente di Dp in consiglio regionale. Ne è nata una querelle tra voi e D’Alema. Può chiarire brevemente questo particolare?

    Il simbolo ed il nome Democratici Progressisti è in uso al Pd (non solo calabrese) da qualche anno. In Calabria sotto questo simbolo siamo stati eletti in tre in consiglio regionale. Gli scissionisti pensavano di potersi portare via una parte del partito, come se fosse una suppellettile da tenersi come ricordo. Li abbiamo diffidati ed ora hanno modificato il loro nome in articolo ilMovimento dei democratici e Progressisti (MDP è l’acronimo) non penso che basti a non ingenerare confusioni. Ritengo però che ci siano questioni più importanti per il Paese e la Regione da risolvere. Per il momento va bene così.

    Ancora: prima della sconfitta referendaria la maggior parte degli esponenti piddini calabresi erano divisi tra dalemiani, “seguaci” di Cuperlo e Guccioneche da tempo fa coppia conil ministro Orlando. Ora sono quasi tutti filo renziani. Renzi che i sondaggi danno per riconfermato alla segreteria nazionale Pd. Non è che qualcuno ha paura di perdere il treno o la poltrona romana?

    Beh, non proprio tutti si riconoscono nel gruppo che è vicino al segretario uscente. Pensi a Carlo Guccioneera ed è rimasto con Orlando. Vi sono poi delle piccole differenziazioni: io ad esempio resto renziano tout court, come Aiello e Carbone. Il presidente Oliverio oggi è vicino al ministro Martina, così come altri esponenti del Pd legati ad Oliverio.

    Caso Lotti: sfiducia bocciata in Senato come era prevedibile. Il ministro ha poi affermato che colpendo lui volevano colpire Renzi. Non è una dichiarazione da Prima Repubblica?

    Sarà, ma sommessamente ritengo che sia la verità. Sa quale fatto è contestato a Luca Lotti? L’aver detto ad un conoscente di prestare attenzione perché esistevano indagini su Consip… le valutazioni per una prosecuzione in giudizio le lascio a Lei. Ed in ogni caso è evidente che tentare di colpire Lotti per una facezia, non poteva non avere conseguenze di riverbero anche su Renzi.

    In Calabria si aspetta il congresso e la ricostruzione di un partito che ha mietuto solo sconfitte. Nessuno che si è assunto responsabilità. Magorno, segretario regionale del Pd e Luigi Guglielmelli, responsabile provinciale dei dem, sono al loro posto nonostante le batoste subite. Come può un iscritto credere ai soliti noti che hanno raccolto soltanto un pugno di mosche?

    Se il governo della Regione e di importanti province e comuni è un pugno di mosche, non so quali debbano essere i risultati buoni.Io direi piuttosto che un determinato percorso è terminato ed è ora di intraprenderne un altro, più consono agli attuali schieramenti in campo ma soprattutto maggiormente capace di incarnare le esigenze di rinnovamento generazionale. Di grosse sconfitte ho in mente solo quella di Cosenza che, al netto del meritorio sacrificio di Carlo Guccione, ci ha visti perdere per aver rinunciato alle primarie, forse per paura che le avrebbe vinte Enzo Paolini. Io ho il rammarico di non avere insistito più di tanto, seguendo la linea tracciata dal partito provinciale e cittadino. E mi sono schierato su una candidatura (quella di Lucio Presta) dimostratasi poi debole e inconsistente. Ecco: su Cosenza è stato un errore grave non consentire a Paolini ed a chiunque altro avesse voluto, di confrontarsi con le primarie. Avremmo potuto evitare quella sconfitta e mantenere unita a noi una parte consistente ed autorevole del partito. Ma del senno di poi sono pieni i fossi. Poi, la preoccupazione è che dagli errori non si abbia tanta voglia di imparare. D’altro canto tocca agli iscritti pronunciarsi e solo a loro potremo chiedere se ritengono necessario un cambiamento o se vogliono riconfermare gli organigrammi regionali, provinciali e cittadini che, ripeto al netto di qualche sonora e dolorosa sconfitta, hanno contribuito a raggiungere negli anni risultati buoni per il Pd calabrese.

    Il governatore Oliverio ha bocciato la proposta di legge regionale sulle pensioni dei consiglieri regionali. Forse si rischiava una sommossa se la legge fosse stata approvata….

    Oliverio ha intuito prima di noi che c’era qualcosa che covava sotto la cenere della contestazione. Il fatto però è che con il suo intervento, fin troppo duro per vero, siamo finiti per scambiare le lucciole per lanterne: si è parlato di ricostituzione di vitalizi (vietati dal 2012 a seguito della legge Fornero) ed invece si trattava di costringere i consiglieri regionali a versare i contributi a fini pensionistici (le “Marche”, per capirci) come qualsiasi impiegato o dirigente statale. Resta ora un vuoto normativo che vede, solo in Calabria ormai, i consiglieri regionali lavorare “in nero” e non versarsi i contributi per la pensione. Se dovesse finire così, oltre che illegittima la questione sarebbe paradossale. A 65 anni mi troverò con cinque anni di contributi in meno, pur avendo lavorato per lo Stato ed avendo incassato “in nero” un lauto stipendio mensile… mi creda : non mi fermo. Pagare i contributi è un dovere prima che un diritto e presto presenteremo nuovamente la norma. La modificheremo dove necessario, la presenteremo prima e meglio alla stampa, ne concorderemo tempi e modalità con Irto ed Oliverio, ma io “in nero” non voglio più incassare un centesimo dallo Stato.

    Lei e Guccione avete presentato una proposta di legge per la valorizzazione dei centri storici. Si può fare sinergia con la proposta avanzata sempre sullo stesso tema da Paolo Palma e dal senatore Massimo Veltri?

    Certo che sì. Con il collega Guccione però riteniamo di aver introdotto un principio un po’ diverso: sinergie fra i vari tipi di finanziamento europeo per un recupero vero e funzionale dei luoghi. Non deve trattarsi del mero recupero e messa in sicurezza di mura ed edifici, ma di restituire vita ai posti, rendendoli modernamente accessibili e capaci di produrre lavoro e ricchezza.

    Infine, dalla suaPresila diamo uno sguardo alle vicissitudini cosentine. Troveranno mai un accordo Oliverio e Occhiuto su metro e ospedale nuovo?

    Io credo di sì. Smussati gli angoli e le diversità di visioni non potranno che essere d’accordo. In fondo entrambi operano da sempre nell’interesse della collettività.La metropolitana leggera, connessa alla linea ferroviaria che porta a Germaneto, sarà un’opera infrastrutturale importantissima ed imponente. Il fatto che passando da Perito/Pedace, poi, consenta il collegamento con la tratta silana che passa da Rovito, Spezzano Sila, Celico e speriamo dal costituendo nuovo comune della Presila (formato da Trenta, Casole, Spezzano piccolo, Pedace e Serra Pedace) rende l’opera più vicina al mio territorio e quindi fruibile da altri 20.000 cittadini circa…

    Astolfo Perrongelli

    Più informazioni su