Traffico opere d’arte. Recuperati oltre tremila reperti archeologici e paleontologici

Positivo il bilancio dei Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza

Più informazioni su


    Ci sono delle figure altamente specializzate e dal grande profilo professionale che quotidianamente operano, con assoluto spirito di abnegazione e totale dedizione su tutto il territorio regionale. Stiamo parlando dei carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale, con sede a Cosenza e giurisdizione regionale, che nel corso del 2016 hanno conseguito, grazie all’alacre impegno profuso, rilevanti risultati.

    A raccontarlo sono i numeri esposti ieri dal capitano Carmine Gesualdo, comandante del Nucleo Tpc, nella conferenza stampa convocata per illustrare appunto il bilancio dell’attività operativa del 2016, tenutasi presso Palazzo Arnone alla presenza del comandante provinciale dei carabinieri, colonnello Fabio Ottaviani.

    Oltre tremila reperti archeologici e paleontologici recuperati; 260 falsi sequestrati; 30 beni antiquariali recuperati; 17 verifiche di sicurezza a musei, biblioteche ed archivi; 51 deferite in stato di libertà, di cui 15 per reati contro il paesaggio; 2 persone arrestate in flagranza di reato; 29 controlli di aree archeologiche al fine di prevenire le attività di scavi clandestini; 43 controlli di aree paesaggistiche e monumenti; 34 controlli ad attività antiquariali, commerciali vari nonché fiere e mercatini.

    L’analisi complessiva del fenomeno criminoso nel settore del patrimonio culturale relativa all’anno 2016, ha consentito di evidenziare un’apprezzabile decremento dei furti in generale. «Nello specifico – ha sottolineato il capitano Gesualdo – abbiamo registrato la totale assenza di furti di beni culturali di natura ecclesiastica».

    Nel corso della presentazione del bilancio, il capitano Gesualdo ha ricordato, inoltre, le operazioni più significative del 2016 e quelle dell’inizio del 2017 tra le quali, con particolare riferimento alle attività nella provincia di Cosenza: recupero a Cassano allo Ionio, di 17 pergamene del tipo “Antifonario”, manoscritte tra il 1500 ed il 1700, asportate dall’Archivio di Stato di Cosenza nel 2003; sequestro preventivo, a San Giovanni in Fiore, di un impianto per la produzione di inerti e annessa area di cava, per un totale di 14 mila metri quadrati, abusivamente realizzata all’interno di area demaniale di interesse paesaggistico; sequestro di un importante sito archeologico risalente al IV-III sec. a.C., ubicato nel centro storico del comune di Cosenza, gravemente danneggiato a causa del profondo stato di degrado e abbandono in cui versava.

    Un’importante azione è stata altresì condotta dal Nucleo Tpc di Cosenza sul web per il monitoraggio della compravendita di beni culturali via internet. Un plauso è giunto anche dal comandante provinciale «Presentiamo oggi il bilancio di una delle articolazioni più prestigiose del corpo, quella del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale – ha detto il colonnello Ottaviani – tante sono state le attività condotte e i beni i beni recuperati dagli uomini del Tpc il cui lavoro è indubbiamente di pregio e portato avanti da personale altamente specializzato e professionale» Rilevante anche il contributo che il Nucleo Tpc di Cosenza ha fornito a livello nazionale. Due sottufficiali inseriti nella Task Force Carabinieri “Unite 4 Heritage” (I Caschi blu della cultura), sono stati nel corso dell’anno più volte impiegati nelle attività di messa in sicurezza e salvaguardia del patrimonio culturale delle regioni dell’Italia centrale colpite dai recenti eventi sismici.

    Francesca Cannataro

    Più informazioni su