“Italiani, razzisti per bene”

Come favorire il dialogo tra i popoli a partire dalla smascheramento dei pregiudizi e dei luoghi comuni

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    Esuli, perseguitati, nomadi, uomini in cammino, che sfuggono alle categorie e alle classificazioni. Probabilmente anche per questo incutono paura e stimolano sentimenti negativi. Storie di migranti e migrazioni, antiche e recenti, mitologiche e reali. Esperienze di rifiuto e integrazione, di diffidenza e condivisione. Persone. Maurizio Alfano, originario di Bisignano ma nato in Germania, prima che scrittore, è volontario di Mission bambini, fondazione italiana nata nel 2000, allo scopo di dare un aiuto concreto ai bambini poveri, ammalati, senza istruzione o che hanno subito violenze fisiche e morali. Questa sua attività gli consente di venire a contatto con il disagio, la povertà culturale e materiale, lo sfruttamento di minori che vivono soprattutto nelle aree a rischio del Sud Italia, che arrivano nei porti calabresi degli sbarchi – Crotone, Reggio Calabria, Corigliano – per essere smistati nei centri di prima accoglienza o identificazione e, poi, eventualmente, negli hotel, o quelli delle periferie di città difficili, come Scampia a Napoli. Dall’esperienza sul campo all’azione di informazione il passo è obbligato: Alfano ha scrttto, infatti, alcuni libri, incontra gli studenti delle scuole, la gente comune, perchè occorre dire la verità, anche quella dei numeri, per evitare i tanti luoghi comuni legati oggi all’immigrazione. Lo ha fatto pure a Scalea, nel Centro donna, dove ha presentato il suo libro “Italiani, razzisti per bene”, Aracne editrice, alla presenza dell’organizzatrice dell’incontro, Angela De Franco, di Roberta Orrico ed Eugenio Orrico, Assessore comunale alle Politiche sociali, la prima, al Turismo, il secondo, dei frequentatori usuali del centro. Il suo è stato un confronto informale, mirato a scardinare pregiudizi, a presentare ricerche fatte sul campo e dati statistici, a dimostrare, in poche parole, che sui fenomeni migratori spesso si sa poco e quel poco è frequentemente frutto di informazioni distorte. Provocatorio, come il titolo del libro, Alfano a un certo punto ha detto: “Alzi la mano chi di voi è di razza bianca!”. Molti dei presenti lo hanno fatto, d’istinto o perchè convinti che per gli uomini esistano effettivamente le razze. Da qui, è passato a illustrare la Carta di Buffalo o Carta delle razze, del 1901, secondo cui gli immigrati, tra questi gli italiani, erano collocati tra i bianchi, al vertice, e i neri, alla base, in una zona media, “gente di mezzo”, appunto, che a seconda della circostanza poteva essere equiparata ai primi o agli ultimi. Quando, in sostanza, eravamo noi oggetto di politiche e azioni anti – immigrati. Il discorso è quindi passato, attraverso l’interlocuzione continua con i presenti, a fatti di cronaca recente ma anche a figure simbolo delle migrazioni di popoli o singoli, quali Andromaca, simbolo baudeleriano di profuga, Cicerone, Foscolo e Mazzini, costretti a vivere lontani dalla propria terra. Uno dopo l’altro, Alfano ha smantellato i luoghi comuni, dati alla mano; probabilmente non ha convinto tutti, ma sicuramente chi ha preso parte all’incontro è tornato a casa con informazioni in più, con qualche interrogativo nuovo e con una sfida lanciata, prima che dall’autore, dai testi sacri musulmani ed ebraici, , secondo cui la diversità è una regola universale che va rispettata e, in quanto tale, è una ricchezza.

    Tania Paolino

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