Elena Falbo, maestra di empatia social

Ci sono persone che hanno bisogno solo di essere ascoltate. Non solo con le orecchie, ma dai nostri occhi, dai nostri sorrisi, con il regalo del nostro tempo

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    L’amore può tutto. Ci sono parole che non pronunciamo più. Una di queste è empatia. Spesso sottovalutata, l’empatia non è solo una qualità, è una filosofia esistenziale, è un atto di fede, è uno stile di vita, è un modo di essere e, perché no, anche di vivere. Una bella pagina di empatia è quella che, da anni, insegna e racconta Elena Falbo, 34enne di Villapiana, nata e cresciuta tra mare, romanticismo ed amore. Quello stesso amore assoluto che riversa in tutto quello che fa. La sua specialità è quella di far star bene gli altri. Anche con la semplicità di un sorriso. E, con i suoi sorrisi, è riuscita a fare miracoli, trasferendo forza ed entusiasmo a chi l’aveva persa. Questa sua forza interiore, le ha permesso e le permette di individuare la parte migliore degli altri e ti tirarla fuori, anche quando è depositata sul fondo. Sono tante le storie che ha scritto. Tutte commoventi. Sono storie d’amore, d’amicizia, sono legami di empatia, di speranza, d’affetto, che racchiudono il vero senso della vita. Elena, laureata in psicologia, specializzata in psicoterapia, appassionata di teatro, cinema e filosofia orientale, amante del cinema d’autore e con un “debole” per radio e carta stampata, ha fatto, proprio dell’amore e della divulgazione del suo messaggio, una scelta di vita. Una scelta d’amore che le ha permesso di raggiungere risultati straordinari. Ha aiutato persone a rialzarsi, a credere in se stessi, a superare momenti difficili. “Certo leggere la realtà da psicologa e da psicoterapeuta è di enorme aiuto, è il “monocolo” con cui vedere gli altri, da più prospettive. Soprattutto interiormente. Ci sono persone che hanno bisogno solo di essere ascoltate. Non solo con le orecchie, ma dai nostri occhi, dai nostri sorrisi, con il regalo del nostro tempo. Ecco, questa è l’empatia. Non sono una “missionaria” dell’amore, se lo fossi il mio posto sarebbe altrove, forse in un convento, forse tra gli invisibili dell’Africa, tra i dimenticati del mondo. No sono solo una 34enne convinta che l’amore guarisca qualunque male. L’amore, non è necessariamente quello di coppia, sarebbe limitativo pensarla così. L’amore – continua – è per me un modo di “abitare” la vita. Un bacio spesso guarisce tutto. Anche un sorriso, ha proprietà benefiche. Ricordiamocelo. Sempre”. Di spaccati di vita difficili, di storie complicate, di percorsi esistenziali tortuosi, la 34enne ne ha visti tanti, ma non si è mai abbattuta. Ci sono storie, che si porta dentro come “medaglie” di coraggio. “Sono stata vicino e ho combattuto al fianco di chi era troppo debole e demotivato per combattere. E’ stata dura, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. Certo, ci sono persone che si portano addosso le ferite, impresse sulla pelle, come tatuaggi. Ci sono stati momenti in cui c’è stato più bisogno di metterci forza e coraggio, che non carezze e compassione. Con le sole carezze non si aiuta. A volte servono anche gli schiaffi. E, quando servono, fanno bene. Servono a scuotere dentro, servono a far risvegliare l’orgoglio e l’autostima da un lungo letargo interiore”. Elena ci confida anche una sua impressione. “Può sembrare paradossale, ma vi assicuro che se una persona smette di credere in se stessa, può trovare qualcuno che creda talmente tanto in lei, da darle anche a distanza la forza necessaria per lottare. Ma se si perde la fiducia nell’amore, beh allora è davvero il buio a dominare. E se, anche da quella piccola scintilla d’amore, non si scatena una fiamma, c’è davvero poco da fare”. Ecco, per Elena Falbo, l’amore è “la più perfetta formula matematica che esista al mondo. Non importa quanto se ne metta, è importante quanto se ne ricava. “Oggi – precisa – però, soprattutto le nuove generazioni hanno smesso di emozionarsi per amore e d’amore. Mi capita spesso di sentire conversazioni dove corteggiamento, gentilezza, arrossimento, farfalle nello stomaco, non hanno quasi più senso. Colpa dei nuovi linguaggi multimediatici, colpa dei social. Non sono contro i social e il loro utilizzo, ma sono contro la logica del linguaggio. I ragazzi, così come le ragazze passano più tempo “affacciati” su Facebook o Instagram che da una finestra reale. Ora ci si cerca sui social per conquistare, per acchiappare o per provarci. Lo fanno tanto i ragazzi, quanto le ragazze. Anche se nell’ultimo trend, in fatto di “spavalderia” social, il sesso debole è diventato terribilmente forte. Alle nuove generazioni dico sempre non abbiate timore di amare, non abbiate vergogna a sentirvi teneri e romantici. Se dipendesse da me, proporrei obbligatorio nelle scuole il corso di educazione sentimentale. Lo farei frequentare ai ragazzi, ma vorrei lo seguissero anche i grandi. Quelli che troppo spesso vivono l’amore, non come un atto di cuore, ma come un fatto di possesso. Quello non è amore, è amore malato. Malato e basta. Il romanticismo e la tenerezza non sono stagioni. Resistono al mutare del tempo, al passare degli anni, all’avanzamento dei secoli. Il romanticismo è ovunque. Anche nella filosofia più antica. Anche i guerrieri lo sono. Ed è proprio questa forza che hanno dentro che non li rende tanto invincibili, ma speciali. Il mondo ha bisogno di eroi, ma non di “facciata”, non servono super io, servono persone semplici, che sappiano praticare la gentilezza, sappiano arrossire davanti ad una donna, sappiamo balbettare davanti ad un’emozione e apprezzino il valore alto delle gambe che tremano e delle farfalle nello stomaco. Amate la vita, amate gli altri, amate voi stessi. Questi tre atti d’amore non sono disgiunti fra di loro. E’ l’unione che fa la forza, in tutte le cose”. E, lei di amore “ritornato” e “rinnovato”, ne ha ricevuto tanto. Dicevamo dell’amore, quello che può tutto. Ecco, Elena. Per esempio e da esempio.

    Carmine Calabrese

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