Centri Sprar Cosenza, ‘no a chiusura’

In piazza 300 persone, contro Salvini per "non intaccare valore storico accoglienza"

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    COSENZA – Circa trecento persone hanno manifestato a Cosenza per protestare contro la chiusura dei centri Sprar. Il presidio, iniziato alle ore 10,00 ha visto la partecipazione di centinaia di manifestanti, la maggior parte migranti i quali hanno inteso testimoniare – attraverso la loro presenza, attraverso gli interventi che si sono succeduti al microfono, attraverso gli slogan sui cartelloni – le difficoltà relative alla riedificazione di esistenze stravolte dalle guerre, dai lutti, dalle torture. Il presidio ha rappresentato l’inizio di una nuova stagione di lotte che vedrà gli Sprar impegnati con tutte le forze ad “arrestare l’ondata crescente di razzismo, la sottrazione di diritti fondamentali, la violenza verbale e fisica nei confronti di tutti coloro che rappresentano una “diversità”. “Mantenere lo Sprar – ha detto Talip Heval, rappresentante della comunità curda – serve perché non si può sopprimere un sistema basato sull’integrazione reale che consente di farci conoscere“. Secondo il coordinamento dei centri Sprar della provincia di Cosenza, “la chiusura mette in discussione il valore storico dell’accoglienza, abrogando la protezione umanitaria e sostituendola con un permesso temporaneo concesso solo per casi eccezionali”. “Assistiamo – ha sostenuto Ivan Papasso, rappresentante degli enti gestori del coordinamento provinciale dello Sprar – ad una nuova forma di neo fascismo ed all’introduzione di politiche antimigratorie che ledono precise norme costituzionali. Il sistema Sprar è l’unico sistema pubblico che, pur con i suoi limiti, garantisce una reale integrazione”.

    Mafalda Meduri

    Foto di Francesco Greco

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