Commemorato l’Abate Santo

Un convegno ed un libro per ricordare don Mauro De Caro

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    La sala convegni della colonia San Benedetto, a Cetraro, ha ospitato un convegno in occasione della commemorazione del 60° anniversario della morte e del 70° dell’elezione abbaziale del Servo di Dio don Mauro De Caro, conosciuto come “l’Abate santo”, illustre cetrarese, che fu Abate di Cava de’ Tirreni. Nel corso del convegno, coordinato da Enzo Monaco, giornalista e scrittore, si è anche svolta la presentazione del libro “L’Abate Santo Don Mauro De Caro”, scritto da monsignor Ermanno Raimondo e dedicato, appunto, a questo grande cetrarese. Dopo un momento di preghiera, sono seguiti i saluti del vicesindaco di Cetraro, Fabio Angilica, e del parroco della chiesa di San Benedetto Abate, chiesa madre di Cetraro, don Francesco Lauria. Subito dopo, sono intervenuti monsignor Leonardo Bonanno, vescovo della Diocesi di San Marco Argentano-Scalea, don Michele Petruzzelli, Abate di Cava de’ Tirreni, don Luigi Gazzaneo, archivista diocesano, don Ermanno Raimondo, autore del libro, e don Enzo Gabrieli, postulatore delle cause dei santi e giornalista. Le conclusioni sono state affidate al consigliere regionale Giuseppe Aieta. Come già sottolineato, la prestigiosa figura di don Mauro De Caro è stata presentata attraverso il libro di monsignor Ermanno Raimondo, che ne ha tratteggiato le tante peculiarità in modo magistrale. A sua volta, monsignor Leonardo Bonanno, nel suo intervento, ha sottolineato il grande legame storico e culturale che esiste tra la comunità benedettina e la città di Certraro, ricordando, a tal proposito, che la stessa città è stata possedimento dell’Abbazia di Montecassino dal 1086 al 1834. Inoltre, monsignor Bonanno ha messo in evidenza come proprio la comunità benedettina e la sua Abbazia abbiano contribuito in modo profondo alla formazione culturale e umana di tanti giovani, lasciando un segno indelebile. Don Luigi Gazzaneo ha, invece, ricordato le peculiarità di studioso, monaco e pastore di don Mauro De Caro, visto che proprio la sua attività pastorale è stata molto significativa, come testimoniano le sue lettere pastorali. Infine, monsignor Ermanno Raimondo, nel suo intervento, ha ribadito le ragioni che lo hanno spinto a studiare questa illustre figura, e, quindi, a scrivere il libro, vale a dire l’auspicio che possa essere presto ripresa la causa di beatificazione dell’Abate De Caro. L’Abate don Mauro de Caro è stato, infatti, un uomo di grande cultura e soprattutto di grande spiritualità. Nato a Cetraro il 16 settembre 1902, fu chiamato alla vita sacerdotale ed entrò nel Seminario della sua Diocesi di San Marco e Bisignano; in seguito, entrò nel noviziato cavense ed emise i voti il 13 marzo 1921. Fu ordinato sacerdote il 27 luglio 1927 e seppe ben presto tradurre nella realtà della vita il motto benedettino “Ora et labora”. Si laureò in Teologia nel Collegio Internazionale di Sant’Anselmo in Roma, si diplomò in Paleografia e Diplomatica presso l’Archivio Vaticano e si laureò anche in Lettere presso l’Università di Roma. Don Mauro fu sempre pronto a seguire con dedizione ciò che gli veniva chiesto dai suoi superiori: lo vollero infatti professore, vicepreside, vicerettore, poi rettore e preside; ma fu pronto a rinunciare a tutta questa attività scientifica ed educativa quando la volontà di Dio lo volle sulla cattedra del Santo fondatore Alferio. E fu proprio nella sua nuova condizione di Abate che egli poté comunicare a tante anime le risorse segrete e profonde della sua carità. Don Mauro morì il 12 maggio 1956. Clelia Rovale

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