Posizionata la statua di Alarico

All'incrocio tra Crati e Busento. Il manufatto è alto 7 metri e sarà inaugurato dal ministro Franceschini

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    Posizionata questa mattina, alla confluenza tra i fiumi Crati e Busento, la Statua di re Alarico. Una collocazione non casuale visto che proprio all’incrocio tra i due corsi d’acqua la leggenda narra che, nel remoto 410 d.c., il condottiero dei Goti morì dopo aver saccheggiato indisturbato Roma e prima di attraversare lo Stretto per spingersi verso l’Africa. Il manufatto, alto oltre 7 metri, sarà inaugurato nei prossimi giorni e rientra nel più ampio progetto dell’amministrazione comunale di lancio di un vero brand su questa mitica figura. La statua di Alarico progettata da Paolo Grassino è stata fortemente voluta dal Comune di Cosenza. «Per realizzare il progetto scultoreo ispirandomi alla figura di Alarico – spiega Grassino  – mi sono domandato che cosa è rimasto nella memoria collettiva di un personaggio così fondamentale nella storia Italiana.
    «Il cavallo del progetto è ferito. Non ha gambe – continua l’artista – È reduce da cento battaglie. E’ quasi un fantasma sorretto e innalzato come una giostra per i bimbi da quattro linee-tubi-trampoli o come le impalcature di un cantiere. Non c’è trionfo in questo gesto ma la radicale volontà di staccare l’opera e il mito dalla superficie della terra.
    Sradicare il monumento equestre dal terreno crea un meccanismo che riconverte l’oggetto materiale in dispositivo per accompagnare l’osservatore su una dimensione immateriale. Qualcosa di più simile all’inesprimibile, al segreto. Il re guerriero è in piedi e con i piedi rimane collegato al suo destriero, non si abbandonano, hanno un comune destino. La figura riemerge dall’acqua e ci interroga dopo secoli. Uno scarto temporale. Forse il mito come la scultura rimane in quel limbo senza tempo dove tutto è cristallizzato. La fusione del metallo ferma l’idea, una resistente impresa donata ai secoli.
    La superficie della scultura è rivestita da una pelle di linee in rilievo che rende omogenei i tre elementi cardini dell’opera. Il cavallo, il re e la struttura che li sorregge, sono legati insieme dallo stesso derma, da una buccia di onde che ridisegnano le forme e coprono i dettagli della figurazione che non sempre lascia eventualità aperte per l’interpretazione personale».
    «L’intento di questo progetto – conclude Grassino – è di proteggere un segreto, esporlo ma tenerlo coperto da un “velo”. Rispettare e tentare di non dare delle risposte a degli eventi in modo razionale. Lasciare che un un mistero rimanga tale e sentirsi appagati nel condividere questo». La scultura sará inaugurata nei prossimi giorni alla presenza del Ministro dei beni culturali, Dario Franceschini, invitato dal Sindaco Mario Occhiuto.

    Mafalda Meduri

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