Scontro Martello- Serpa, il testimone ritratta

La parziale marcia indietro durante l’incidente probatorio di oggi

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    Il testimone oculare che aveva fornito precise indicazioni su quanto verificatosi nella serata dello scorso 21 ottobre, in pieno centro cittadino a Paola, quando, secondo gli inquirenti, si sarebbe consumato un scontro tra i due clan rivali dei Serpa, di Paola, e dei Martello di Fuscaldo, che da anni si contendono la leadership delle attività criminali sul territorio, avrebbe almeno in parte ritrattato, durante l’incidente probatorio svoltosi oggi, la prima versione dei fatti resa davanti all’autorità giudiziaria. In buona sostanza, secondo quanto trapelato, avrebbe affermato di non aver visto chi effettivamente ha esploso il colpo di pistola ad altezza d’uomo quella sera. E tuttavia, proprio attraverso le sue dichiarazioni rese subito dopo l’evento, altre testimonianze e le immagini provenienti dai diversi sistema di videocamere presenti nell’area, per il sostituto procuratore della Repubblica, Anna Chiara Fasano, titolare dell’inchiesta, che ha ricostruito con certosino impegno quanto accaduto il 21 ottobre, è di tutta evidenza che a sparare un colpo di pistola contro gli esponenti del clan Martello, che si allontanavano a bordo di un fuoristrada dopo aver speronato per ben due volte la Golf bianca di proprietà di Matteo Serpa e parcheggiata nel distributore di benzina posizionato nella centralissima via Nazionale, sarebbe stato Salvatore Serpa, dopo aver ricevuto, all’interno di un bar della zona, dallo stesso Matteo Serpa, una pistola, probabilmente, giocattolo, modificata a calibro 9, dalla quale sarebbe poi partito il colpo. L’intera impalcatura investigativa, realizzata a fronte di un rigido sistema omertoso e attraverso i tanti elementi raccolti dai Carabinieri della Compagnia di Paola, guidati dal capitano Antonio Villano, era stata poi fatta propria dal Gip del Tribunale di Paola, Maria Grazia Elia, il quale non aveva ritenuto i due fermi disposti a carico di Matteo e Salvatore Serpa, dalla stessa Procura della Repubblica paolana, retta dal dottor Bruno Giordano, efficaci ad arginare il pericolo di recidive e di inquinamento delle prove, per poi applicare invece ai due soggetti la misura della custodia cautelare in carcere. Un comportamento, in ogni caso, quello recitato dallo stesso testimone durante la seduta di oggi, che ha sorpreso gli inquirenti ma non troppo. Tutto questo si verifica quattro giorni prima dell’udienza camerale che si terrà martedì prossimo presso il Tribunale della Libertà di Catanzaro. Sarà quel collegio a decidere per l’eventuale scarcerazione o meno di Matteo e Salvatore Serpa, attualmente reclusi presso le carceri di Paola con accuse che vanno dal tentato omicidio alla detenzione e porto abusivo di armi da fuoco.

    Rino Muoio

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