San Lorenzo del Vallo: Fermo di Luigi Galizia, Facciolla esalta le forze dell’ordine

Gli inquirenti e il capo della Procura del Pollino hanno lavorato a lungo, senza pause, senza “aiuti”, senza pentiti

Più informazioni su


    Uno spietato affaire. Di famiglia. Di vendetta, di piombo e di morte. Sono da poco passate le 22 di ieri sera, quando il 37enne Luigi Galizia, lascia ammanettato la caserma dei carabinieri di San Marco Argentano. L’atto di accusa, cristallizzata contro di lui sul decreto di fermo, a firma del procuratore capo della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, è pesantissimo: è lui il killer di Edda Costabile e Ida Maria Attanasio. E’ lui il mandante e l’esecutore materiale di una nuova “strage” di San Lorenzo. E’ lui il giustiziere solitario di una vendetta di famiglia. Covata da tempo, pianificata per tempo ed eseguita nella soleggiata mattinata di domenica 30 ottobre. Tra le lapidi del cimitero di San Lorenzo. Il suo fermo è figlio di un’indagine investigativa vecchio stampo. Fatta di lavoro, intuizioni investigative e cooperazione sinergica tra carabinieri e polizia di Stato. Gli inquirenti e il capo della Procura del Pollino hanno lavorato a lungo, senza pause, senza “aiuti”, senza pentiti. Prima di arrivare ad ammanettare Luigi Galizia, i carabinieri del comando provinciale di Cosenza e i detective della squadra Mobile di Cosenza, hanno dovuto fare i conti con i silenzi della comunità, l’omertà dei laurenzani, l’indifferenza dei cittadini che, sin dal giorno del duplice efferato omicidio, hanno preferito voltare le spalle alla legge e girare la faccia dall’altra parte. Fingendo di non aver visto, fingendo di non aver sentito, fingendo perfino che qualcosa di clamoroso fosse successo in quella soleggiata domenica mattina di fine ottobre. Nel decreto di fermo del procuratore Facciolla, c’è tutto questo, ma c’è ancora tanto altro. Tanto altro su cui, carabinieri e polizia stanno ancora indagando. E’ lo stesso magistrato che, stamattina in un’affollata conferenza stampa in Prefettura, ha raccontato la svolta, esaltando la caparbietà dei carabinieri, la professionalità dei poliziotti, la bravura dei Ris e la competenza della Scientifica. E’ stato, proprio, il prezioso lavoro investigativo, a stringere d’assedio le “certezze” di Luigi Galizia. Su tutte la certezza di averla fatta franca. Su tutte la certezza di non aver sbagliato nulla. Su tutte la certezza di aver pianificato il classico delitto perfetto. Ma, come raccontano i più grandi esperti di letteratura criminale e i maestri di criminologia, il delitto perfetto non esiste. E, anche in questo caso, è stato così. Luigi galizia, dunque, a volto scoperto ha aspettato che Edda Costabile e sua figlia Ida Maria Attanasio, fossero in un momento di vulnerabilità, per “sferrare” l’attacco violento e mortale. Per colpire al cuore, per assecondare il suo impeto di vendetta personale e per “lavare” nel sangue e con il sangue l’affronto alla sua famiglia, a suo fratello Damiano, facendosi giustizia. Da solo. La mafia, dunque, non c’entra, la ‘ndrangheta, nemmeno. Di mafioso e di ‘ndranghetistico, c’è solo la modalità d’esecuzione di un duplice omicidio. Senza pietà. Che fa rabbrividire e fa accapponare la pelle. Luigi Galizia da ieri sera è, ufficialmente, entrato nel libro dei “cattivi”. In questa storia, però, di “cattivi”, ce ne sono altri. C’è Francesco Attanasio, figlio di Edda e fratello di Ida Maria, rinchiuso prima nel carcere di Cosenza e poi trasferito in quello di Reggio Calabria, per ragioni di sicurezza. Francesco Attanasio, appassionato di editoria e comunicazione, con interessi nel campo immobiliare e con la passione smodata per i soldi, il successo e il potere, ha ucciso Damiano Galizia, suo amico d’infanzia, per non sardargli un debito di 17mila euro. Ma ha fatto anche di più, ha nascosto il corpo, si è disfatto dell’arma e, alcune ore prima di risolvere il contenzioso con il piombo, ha “cantato” con la Questura, facendo ritrovare un arsenale in un magazzino di Rende. Magazzino che lo stesso Galizia aveva affittato con l’interessamento dello stesso Attanasio. Anche lo stesso Damiano è stato un cattivo in questa e di questa storia. “Cattivo” per quelle sue frequentazioni chiacchierate, “cattivo” anche per quella “santabarbara” nel magazzino. E, proprio da quel magazzino, prima che venissero posti i sigilli da parte di detective della squadra Mobile di Cosenza, su disposizione della Dda di Catanzaro, Luigi Galizia ha preso le armi e le munizioni con cui ha fatto fuoco, con cui ha “giustiziato”, “condannato” e “punito” Edda e Ida Maria. Sfigurandole con il piombo e lapidandole con il fuoco dell’odio, della vendetta e della rabbia. Perché mamma e sorella di Attanasio. Perché persone da eliminare.

    Carmine Calabrese

    Più informazioni su