Di Angelo Calvano ancora nessuna traccia.

Qualcuno dei suoi amici vuole che se ne continui a parlare

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    Di Angelo Calvano ancora nessuna traccia. Scomparso a fine agosto, finora non si è registrato nessun avvistamento, non si è trovato nessun indizio che faccia risalire al luogo verso cui si è diretto. Non si sa se è salito su un treno, se ha camminato a piedi, se ha preso la via dei monti, se ha seguito il corso del fiume Lao verso la sorgente oppure ha costeggiato il mare. La cittadinanza di Marcellina è incredula ma ormai sembra aver calato il sipario su un caso che probabilmente rimarrà insoluto. Molti in paese però non demordono. Non perdono le speranze, non credono in un eventuale suicidio – Angelo, dicono, non ne sarebbe mai stato capace. Le zone limitrofe al paese da cui si è allontanato a fine estate sono state perlustrate da volontari e uomini della Protezione civile, poi la puntata di Chi l’ha visto? ha fatto la sua parte. Sono seguite alcune false segnalazioni e, infine, il silenzio. Ed è proprio il silenzio a pesare di più sulla comunità: possibile, ci si chiede, che sparisca un compaesano e si debba mettere tutto a tacere così, senza arrivare alla verità? E’ come se nell’aria aleggiasse il suo fantasma ma nessuno ne parla più pubblicamente, quasi a voler rimuovere l’accaduto. Proprio per questo, gli amici di Angelo vogliono che se ne parli, che non lo si dimentichi. La redazione di Chi l’ha visto? ha chiamato spesso per sapere se ci sono novità e si meraviglia di questo silenzio. Può una persona volatilizzarsi così all’improvviso? Un piccolo paese sa diventare enorme in certi casi. A renderlo tale sono le distanze che si creano tra le persone. Ci si conosce tutti, ci si incontra al bar, ma esistono parallelamente degli “anfratti” più o meno noti, che proteggono, celano, in cui vanno a finire i sospetti, i dubbi, le paure di molti. Quando il silenzio su fatti che coinvolgono tutti ingrandisce questi angoli nascosti, la comunità rischia di perdere il proprio senso di appartenenza, finisce di essere comunità, appunto, perchè viene a mancare la relazione, la solidarietà. Così Angelo e la sua immagine aleggeranno ancora per molto sulla vita del paese, fino a entrare a far parte non solo della sua storia ma anche del suo immaginario.

    Tania Paolino

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