“Re” mostacciolo

La famiglia De Nardo e il legame con la fiera di San Giuseppe

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    Il mostacciolo, il tipico dolciume confezionato con miele e modellato nelle svariatissime forme di oggetti o dalle sembianze zoomorfe o antropomorfe, come le offerte pagane agli antichi dei. Ormai storicamente “re” indiscusso della fiera di San Giuseppe. È con lo sguardo fiero e orgoglioso e un sorriso coinvolgente che Gianluca De Nardo ci racconta la tradizione familiare. Un misto di qualità e tradizione che porta nel cuore e trasmette con intensità. Gianluca De Nardo ci mostra le novità dell’anno: i cantucci al pistacchi e al cioccolato e poi le foglie di mandorla. È dal 1895 che la famiglia De Nardo è sul mercato, allorché Antonino e suo fratello Valentino, fondarono a Soriano la fabbrica che col tempo è divenuta la più importante e famosa della Calabria.

    Dal 1960, in seguito alla morte dei due capostipiti, a tenere le redini della fabbrica è stato Giuseppe, che a sua volta, ha lasciato lo “scettro” in mano ai suoi figli. Ingrediente principe è il miele e per una fabbrica artigianale che all’inizio produceva mostaccioli di forma romboidale, oggi svariate sono le forme create: pesci, canestri, destrieri su cavalli, asini, bambole. Prodotti genuini e a chilometro zero come ci tiene a sottolineare Gianluca.

    Tra tradizione e innovazione. Gianluca ci mostra orgoglioso la sua “pagina” su istaura dove con dovizia, preparazione racconta quotidianamente storia e tradizioni del tipico dolciume che pur essendo frutto di una tradizione antica cresce e muta con il cambiare dei tempi. È proprio prendendo spunto dalla sua pagina istaura che gianluca ci racconta la storia del tronchetto al miele. La tradizione di questo dolce deriva dalle serate d’inverno, quando si festeggiava tra parenti o amici e si trasferiva un bel ceppo in casa per depositarlo nel focolare. I tronchetti al miele, prendono forma e richiamano proprio alla tradizione dei ceppi trasferiti nelle case per accompagnare le serate.

    Uno spaccato culturale importante e prestigioso della nostra regione che ogni anno approda in quel di via Sertorio Quattromani, a Cosenza, trait d’union tra città nuova e città vecchia. Un crogiuolo di storia mista a tradizione e genuinità

    Francesca Cannataro

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