Incendio Legnochimca Rende. Arrivati i primi risultati del monitoraggio aria dell’Arpacal

Dopo le rassicurazioni del capo della Protezione civile Carlo Tansi. Ecco i dati ufficiali che non fugano i dubbi dei cittadini

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    Qualche ora fa l’Apacal attraverso Claudia Tuoto, dirigente del servizio Aria del dipartimento di Cosenza, aveva comunicato “ Stiamo monitorando la zona con un mezzo mobile che è stato installato verso mezzogiorno. Inoltre sono in corso le analisi di laboratorio sui campioni di aria, prelevati con l’alto volume tra ieri e oggi. Contiamo di dare i primi risultati entro stasera. I nostri tecnici sono stati sul sito fino ad un’ora fa”.

    “Intanto – continuava la nota – i tecnici del Multirischi stanno controllando i parametri meteoclimatici, come la direzione del vento. Il Commissario dell’Arpacal, Maria Francesca Gatto, è in contatto con le strutture di Protezione Civile e le altre autorità del posto. Seguiranno aggiornamenti, appena disponibili gli esiti delle misurazioni”.

    E, infatti, ecco giunti i primi risultati del Dipartimento Arpacal di Cosenza: “I filtri campionati tra ieri e oggi con l’alto volume evidenziano la presenza di IPA mentre i dati del mezzo mobile sono nella norma”

     Ma cosa sono gli IPA,ossia Idrocarburi Policicli Aromatici? Con il termine IPA si comprendono diversi composti organici con due o più anelli aromatici condensati tra loro. Anche se esistono oltre 100 prodotti policiclici, solo alcuni di questi possono essere dannosi per l’uomo e la fauna.

    Gli Idrocarburi Policiclici Aromatici (IPA) sono presenti ovunque in atmosfera, derivano dalla combustione incompleta di materiale organico e dall’uso di olio combustibile, gas, carbone e legno nella produzione di energia. La fonte più importante di origine antropica è rappresentata dalle emissioni veicolari seguita dagli impianti termici, dalle centrali termoelettriche e dagli inceneritori.

    A livello industriale gli IPA sono prodotti da numerose attività: lavorazione di metalli, raffinerie, cartiere, industrie chimiche e plastiche, inceneritori e depositi di sostanze tossiche. Gli IPA possono essere riscontrati nei cibi in seguito alla cottura (esempio alla brace o affumicati) o su frutta e verdura per deposizione atmosferica in aree inquinate. Altre fonti possono essere l’asfalto stradale e, negli ambienti interni, i sistemi di riscaldamento che utilizzano legna e carbone. Anche le emissioni naturali dovute ad eruzioni vulcaniche e incendi possono essere rilevanti.

    Gli IPA, sono molto spesso associati alle polveri sospese. In questo caso la dimensione delle particelle del particolato aerodisperso rappresenta il parametro principale che condiziona l’ingresso e la deposizione nell’apparato respiratorio e quindi la relativa tossicità.

    Presenti nell’aerosol urbano sono generalmente associati alle particelle con diametro aerodinamico minore di 2 micron e quindi in grado di raggiungere facilmente la regione alveolare del polmone e da qui il sangue e quindi i tessuti. Oltre ad essere degli irritanti di naso, gola ed occhi sono riconosciuti per le proprietà mutagene e cancerogene.

    Lo IARC (International Agency for Research on Cancer) ha inserito il Benzo(a)Pirene e altri IPA nelle classi 2A o 2B (possibili o probabili cancerogeni per l’uomo). A livello ambientale gli IPA contribuiscono al fenomeno dello “smog fotochimico”.

    Non resta che aspettare il nuovo bollettino dell’Arpacal per capire se le condizioni determinatesi nell’area dell’ex Legnochimica, con questi valori IPA, siano da considerarsi un grave campanello d’allarme  o come ha  dichiarato, poche ore fa a Cosenzainforma.it Carlo Tansi, capo della protezione civile: “Non c’è nulla di tossico nell’aria”.

    E’ giusto essere chiari e dare certezze ai cittadini, magari parlando con dati alla mano rendendo pubblici tutti i risultati dei rilievi e spiegando cosa signficano per la salute pubblica. 

    Ai cittadini non basterà una semplice rassicurazione.

    Mariapia Volpintesta

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