Tutori per i minori stranieri non accompagnati: Ecco l’albo per i volontari

Il Garante dell’infanzia Marziale (in foto): “Bisogna interrogarsi sul destino e sulle responsabilità delle emorragie nei centri di accoglienza”

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    La legge quadro sull’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati (la n. 47/2017) introduce gli albi dei tutori volontari per minori non accompagnati prevede che essi vengano istituiti entro il 6 agosto 2017. Il tutore persegue il riconoscimento dei diritti del minore, promuove il suo benessere psico-fisico, vigila sui suoi percorsi di educazione e integrazione, vigila sulle sue condizioni di accoglienza, sicurezza e protezione, amministra eventualmente il suo patrimonio. Per la regione Calabria l’avviso di selezione per iscriversi all’albo dei tutori volontari per minori non accompagnati è reperibile a questo link :http://www.garanteinfanzia.consrc.it/index.php/12-avvisi/199-bando-pubblico,-senza-data-di-scadenza,-per-la-selezione-dei-tutori-volontari.html Il giorno stesso dell’approvazione della legge, Raffaela Milano, direttore dei programmi Italia Europa di Save the Children: «il tutore è una figura adulta di riferimento per il ragazzo, che compiere insieme a lui tutte quelle scelte che solitamente si fanno insieme ai genitori, dalla scuola a cui iscriversi alla sanità. Essere tutore non è accogliere in casa ma fare incontri periodici, essere “uno zio”, soprattutto per le decisioni. È una responsabilità, certo, ma l’Italia è piena di persone che si assumono responsabilità grandi anche come volontari. Per i ragazzi davvero cambia tutto». Fra gli 85.170 migranti sbarcati dal 2 gennaio 2017 fino al 4 luglio 2017, ci sono 9.761 minori non accompagnati (dati del Viminale al 27 giugno). Di moltissimi minori si perdono le tracce: i minori stranieri non accompagnati presenti in territorio italiano erano a fine dicembre 17.373. Secondo il report di monitoraggio diffuso dalla Direzione Generale dell’Immigrazione e delle Politiche di Integrazione i minori presenti al 30 aprile 2017 sul territorio calabrese sarebbero 1216 . Ma tra il 30 giugno e il 30 luglio risultano dispersi sul territorio 118 minori stranieri non accompagnati sui 346 sbarcati soltanto al porto di Corigliano Calabro. “I dati – dice Antonio Marziale, Garante per l’infanzia e l’adolescenza della Regione Calabria – sono stati raccolti da Maurizio Alfano. Che ho personalmente incaricato di coadiuvarmi in questa difficile opera di ricognizione. Grazie anche alla collaborazione dell’amministrazione comunale e delle strutture preposte all’accoglienza o all’inserimento di questi sventurati ragazzi. Dalle informazione raccolte è da rilevarsi che la soglia anagrafica dei naufraghi minorenni si è sensibilmente – spiega Marziale – mentre è aumentata del 15% circa la percentuale di sbarcati rispetto al 2016. Tra questi, ben 11 ragazze, 9 delle quali, grazie all’intervento di Alfano per conto dell’Ufficio del Garante, sono state subito inviate in strutture di prima accoglienza sul territorio italiano. Un altro rilievo da non sottovalutare riguarda la provenienza dei minorenni coinvolti in questo esodo come la Somalia e l’Eritrea. Prima d’ora coinvolti solo marginalmente”. Il Garante continua: «Difficile non dirsi preoccupati davanti ad un simile quadro. Soprattutto se si tiene in considerazione la recente denuncia del Procuratore della Repubblica di Castrovillari, Eugenio Facciolla, proprio sull’allontanamento dei minorenni. Alcune volte addirittura attesi da furgoni pronti a caricarli e portarli chissà dove. Si può immaginare al ricongiungimento con altri parenti già in Italia o in Europa. Ma si possono immaginare anche tante altre e sinistre possibilità”. Per Marziale “il governo e le istituzioni europee devono molto alle prefetture, e un ringraziamento personale rivolgo io al prefetto Tomao, ai comuni coinvolti e a tutti gli attori di queste autentiche missioni di accoglienza, senza il cui apporto la situazione risulterebbe ingestibile, ma ciò evidentemente non basta a garantire ai minorenni sicurezza, se è vero, com’è vero, per esempio, che la mediazione, volta alla loro assistenza in termini legali, culturali e linguistici interviene dopo settimane, se va bene. Adesso è necessario, però, interrogarsi sul destino e sulle responsabilità di queste emorragie nei centri di accoglienza ed Ä— necessario individuare possibili complicità di organizzazioni che potrebbero condurre i naufraghi da un inferno ad un altro”.

    Alessia Rausa

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