Lorica rivendica il suo diritto a sciare

Dopo la maxi inchiesta della DDA che ha portato al sequestro di tutta l’area la situazione ancora non si è sbloccata

Più informazioni su


    Sembra trascorsa un’eternità da quando imbacuccati in un cestello giallo si raggiungeva la magnifica quota di 1928 mt in cima al Monte Botte Donato. Quei cestelli lenti, in cui si stava rannicchiati e ci si abbracciava infreddoliti, conducevano però, alle porte del paradiso: la vetta più alta della Sila Grande. Acqua o ancora meglio, neve da sotto i ponti da allora né è passata davvero tanta. In seguito alla triste vicenda che ha coinvolto la stazione sciistica silana, prima per via della prematura morte di un onesto lavoratore e poi per l’arresto e il coinvolgimento nella maxi inchiesta svolta dalla DDA di Catanzaro di un disonesto imprenditore, il futuro degli impianti a Lorica è rimasto appeso per troppo tempo a una fune troppo sottile per sostenerlo. Imprenditori, operatori, turisti, frequentatori assidui e amanti delle montagne silane hanno visto trascorrere un altro anno a Lorica senza impianti a fune. Una lunghissima vicenda che va avanti ormai da anni, sembra vincolare a lunghi periodi di stallo il destino dello sci nella Perla della Sila. Di questa lunga storia ormai ne parlano in tanti, forse in troppi: ne parla chi c’è stato, chi la ricorda nei momenti di massimo splendore, chi ci vive, chi ci lavora e forse a sproposito ne parla anche, solo chi ci viene due giorni all’anno o ci passa una settimana estiva. Ne parla il politico di turno per farsi un po’ di pubblicità e qualche voto da conservare per le prossime elezioni, ne parla chi crede ed è convinto che gli abitanti e gli operatori di Lorica se ne stiano con le mani in mano, ad aspettare il miracolo e ahimè, ne parla anche, qualche ciarlatano che conosce metà della storia e vede nell’abbandono di un impianto un ottimo motivo per intavolare una dozzinale e banale conversazione. Ben venga il parlarne, il farsi sentire, evidentemente il progetto degli impianti di Lorica sta a cuore a molti, così come per molti è un’ ottima strada da cui trarre benefici economici. Quel che conta in questo momento, non è questo. Alle persone che vivono Lorica e la Sila ogni giorno, a tutti coloro che lavorano e investono su Lorica da anni, le tavole rotonde, i carrozzoni di politici teatranti, il primato del politico o del funzionario che tra qualche anno potrà dire “Vedi tutto questo è  successo grazie a me…”, i convegni “pseudo-culturali” che sottolineano la bellezza di Lorica, raccontandola a persone che la ritengono una perla da anni, che la definiscono come una montagna dimenticata; bene a tutte queste parole ci pensa il Comitato Spontaneo sorto nella Perla della Sila a dare risposte incisive. Queste persone, questi operatori, questi “montanari”, grazie all’aiuto di professionisti della montagna, il Comitato FISI Calabro Lucano, le Associazioni presenti sul territorio e anche di quella parte politica che si sta impegnando seriamente da mesi per ottenere risultati concreti, sta lottando, con civiltà e senso del dovere per ottenere risposte concrete nel più breve tempo possibile. Nei prossimi giorni è previsto un incontro ufficiale, in cui si decideranno forse, una volta per tutte, le sorti del piccolo villaggio di montagna. Una lotta senza secondi fini, senza paladini o eroi in prima fila. Una lotta per Lorica, per il futuro magnifico che senza dubbio la vedrà protagonista. Perché Lorica è di chi la vive, di chi ci tiene da sempre e non costruisce promozioni e campagne sulle tristi vicende che l’hanno coinvolta. Lorica rivendica il suo diritto a sciare e continuerà a farlo finché avrà voce e se, qualcuno la voce non la sente evidentemente deve avvicinarsi un po’ di più alle vette silane e non osservarle solo con il binocolo dal balcone di casa.

     

    Noemi Guzzo

    Più informazioni su